Il disagio di Fattori: lo chiedo da madre, bisogna essere saggi
«In difficoltà molti bimbi come il mio»
«Ancora interviste? Ne sono uscite già tante». Forse pensa di essersi esposta troppo Elena Fattori, la senatrice del M5S che venerdì nell’emiciclo di Palazzo Madama si è espressa contro l’emendamento presentato da Lega e Cinquestelle che rinvia all’anno scolastico 2019/2020 l’obbligo di vaccinare i bambini che chiedono l’iscrizione alla materna. Sono passate 24 ore dalla rottura con i suoi colleghi. Da allora il suo cellulare non ha mai smesso di squillare e Fattori preferisce una giornata di tregua. «Vaccini? Non c’è molto altro da dire», verga su Whatsapp la parlamentare «dissidente» che già ai primi di luglio aveva scritto un post commovente rivolgendosi alla ministra della Salute Giulia Grillo ricordandole appunto di essere la mamma di un bimbo «fragile» che «non è andato al nido, non si poteva vaccinare, non sono stata libera di scegliere perché giravano malattie che dovrebbero essere scomparse e lui non ce l’avrebbe fatta».
Oggi il suo dissenso sul tema vaccini è sotto gli occhi di tutti. E resta tale. Eppure rimanda al suo ultimo post scritto al mattino su Huffington Post in cui mette in fila gli errori commessi dal M5S sulla vicenda vaccini. «Per usare una metafora — osserva — è come se imponessi l’uso delle cinture di sicurezza in auto ma impedissi per un anno di fare la multa a chi non le porta». Fattori spiega che rinviare l’obbligatorietà dei vaccini nelle scuole materne «pone in difficoltà tutti quei bimbi immunodepressi o che non si sono potuti vaccinare per cause legate al loro stato di salute». Bimbi che alla fine saranno tagliati fuori dall’asilo.
Ma c’è di più. L’emendamento voluto e votato da Lega e M5S non solo «non ottempera l’obiettivo fissato nel contratto di governo tra Lega e 5 Stelle che era quello di conciliare la salute pubblica con l’accesso scolastico», ma soprattutto stride con uno dei principi cardine del Movimento, ovvero «nessuno deve rimanere indietro».
Fattori riflette anche sul metodo che definisce «discutibile». L’accusa è: perché inserire la norma all’interno del Milleproroghe? D’altro canto, annota, «la posizione dei Cinquestelle è stata costantemente e fortemente critica sul decreto Milleproroghe che consente di rinviare norme anziché farne di giuste». Infine invia un consiglio ai colleghi del M5S che siedono nei banchi del governo: «Ora la famiglia che dipende da noi per la sua vita presente e futura è tutto il popolo italiano. Diventiamo perciò saggi, ma molto in fretta».
Anche il metodo è discutibile M5S ha sempre contestato le proroghe