Di Battista: i nostri no vanno rispettati, a partire dal Tap
I 40 anni festeggiati a Puerto Escondido. Nel video punge la Lega (e i suoi): basta parlare di immigrazione
Un futuro di nuovo in politica? Non lo esclude. «Vediamo», lascia aperta la porta Alessandro Di Battista. E festeggia i suoi primi 40 anni in Messico, a Puerto Escondido, «alla vostra faccia» — dice in un video su Facebook rivolto a chi ha insinuato dubbi sul suo viaggio. «Dibba» si sente «molto leggero». «Ora sarò libero di farmi la mia vita. E anche di pungolare il M5S quando è necessario», racconta spiegando a chi ha deciso di destinare i soldi del suo assegno di fine mandato, il suo «ultimo atto da parlamentare».
C’è ovviamente molto spazio
L’invito Mi auguro che i politici che dicono “prima gli italiani” mettano mano al portafogli e aiutino i terremotati
anche per la politica. Dibba va dall’elogio del capo politico («Ho molta molta stima di Luigi Di Maio, sta combattendo tantissimo, tutti gli altri ministri M5S dovrebbero avere lo stesso coraggio di Luigi») a parole sulle grandi opere che rischiano rinfocolare gli animi dell’ala ortodossa. «Abbiamo fatto battaglie importanti, contro il Tap, contro la Tav, opere del tutto inutili, sulla legge anti corruzione, a sostegno dei cittadini, contro la bancocrazia — irrompe l’ex deputato nel dibattito —: coraggio, questo è il momento di spingere, mica ci possiamo far distrarre dalle dichiarazioni». Una stoccata che rianima l’anima movimentista e che trova anche la sponda del ministro per il Sud Barbara Lezzi, che condivide il post di Di Battista. Lui, intanto, punge anche la Lega: «Mi auguro che quei politici che parlano degli italiani, prima gli italiani..., sappiano mettersi le mani nel portafogli e dare una mano a quegli italiani che soffrono nel guardare le loro case e le loro attività distrutte dal terremoto. Mi auguro che possano diventare tutti quanti populisti come me».
Poco prima aveva sbottato: «Si parla solo di immigrazione: basta, basta». E anche sui progetti futuri, Dibba rispolvera il suo vecchio sogno (in salsa sempre movimentista) di fare qualcosa di concreto per l’africa. «Ci voglio tornare a lavorare», chiosa.
Intanto dal Movimento arrivano gli auguri dei big, da Danilo Toninelli ad Alfonso Bonafede. Ma spiccano soprattutto quelli del vicepremier Di Maio: «Se siamo al governo a rappresentare i nostri cittadini è anche merito suo». E poi dice «Alessandro ha ragione», il Movimento «deve continuare a portare avanti i propri valori».