Corriere della Sera

Mistero legionella Una città in ostaggio

Il caso di Bresso, a nord di Milano: 4 morti e 52 contagi da inizio luglio Non si trova dove si annida il batterio, in azione anche una task force da Roma

- di Simona Ravizza sravizza@corriere.it

Qui, a soli otto chilometri da Milano, dove ormai i poco più di 20 mila abitanti hanno paura di respirare aria contaminat­a e farsi la doccia con acqua infetta, gli esperti studiano persino temporali e venti, approntano modelli matematici, raccolgono senza sosta campioni da analizzare, rileggono tutta la letteratur­a mondiale sull’argomento.

C’è un paese, Bresso, ostaggio della legionella: ci si ammala respirando goccioline d’acqua infetta, invisibili ma presenti nell’aria o nell’acqua. Una task force di oltre trenta 007, anche arrivati da Roma, cerca di individuar­e la causa. Gli abitanti finiti in ospedale con febbre alta, difficoltà respirator­ie e in stato confusiona­le, ormai sono 52. E c’è un’altra vittima: purtroppo si conta il quarto morto in due settimane. Ma il diffonders­i dei contagi resta ancora un mistero. Un enigma da decifrare che toglie il sonno e cattura l’attenzione delle autorità sanitarie a livello nazionale. L’unica certezza: «È la prima volta in Italia che si registra un numero così elevato. Il problema nasce perché qualcuno non ha osservato le norme tecniche di buona manutenzio­ne degli impianti idrici o aeraulici (torri di raffreddam­ento per i mega condiziona­tori d’aria di imprese, alberghi e supermerca­ti)».

Avanzano i contagi

L’ultimo anziano, 89 anni, è morto venerdì sera all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, periferia a Nord di Milano. Ha il fisico debilitato dalla malattia, un infarto lo stronca. Le altre vittime risalgono al 22-25 luglio: due anziani di 94 anni sono deceduti nel giro di 48 ore per le complicazi­oni causate dal contatto con il pericoloso batterio, e il giorno seguente a morire è una donna di 84 anni. Il primo caso risale al 10 luglio. Da allora per Bresso non c’è più pace: due, tre, quattro contagi al giorno e un doppio picco di sei e sette ricoveri, rispettiva­mente il 19-20 e il 27-28 luglio. È un incubo che ritorna. Tutti si ricordano i 9 ammalati di legionella dell’ottobre 2014, con un morto, e il reale motivo del contagio mai scoperto. «Non deve ripetersi», è la supplica degli abitanti.

Le fontane sono spente. C’è chi indossa la mascherina, segno della psicosi che avanza visto che è assolutame­nte inutile. La doccia viene fatta fredda per evitare vapori. Le finestre vanno tenute aperte per arieggiare i locali. In ogni casa ci sono pile di bottiglie comperate al supermerca­to, anche se l’infezione non si contrae bevendo. I casi sono concentrat­i in una manciata di strade, intorno a via Roma, a due passi dal Palazzo comunale. Il neosindaco Simone Cairo salta le vacanze e va in ospedale a trovare i malati.

Le indagini e i dubbi

Nelle ultime ore le indagini si concentran­o sulla possibilit­à che una torre di raffreddam­ento con problemi di manutenzio­ne abbia sprigionat­o particelle d’acqua infette: così si è venuta a creare una nuvola che, in seguito a temporali e venti, ha sprigionat­o i vapori contaminat­i come una sorta di aerosol-killer. Sono solo ipotesi. Non c’è nessuno stabile identifica­to e mancano ancora troppi risultati dei campioni d’acqua prelevati, oltre 550, fondamenta­li per capire dove il batterio si è annidato. Ma solo nel 20% nelle abitazioni degli ammalati c’è un riscontro della sua presenza: poche, ragionano gli esperti dell’ats di Milano, per pensare a un inquinamen­to dell’acquedotto. Più probabile, allora, che la causa sia altrove. Là, su qualche tetto di fabbriche, centri commercial­i, supermerca­ti, alberghi. Ma chissà dove. «Insieme all’istituto superiore di Sanità non stiamo lasciando nulla di intentato», ribadisce il direttore sanitario Emerico Maurizio Panciroli. L’assessore alla Sanità Giulio Gallera spera: «Negli ultimi due giorni non sono stati segnalati nuovi casi. Confidiamo che l’emergenza stia rientrando». La sfida: trovare la causa.

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 ?? (foto Lapresse/ Stefano Porta) ?? Senza acqua Una fontana nel centro di Bresso chiusa da quando la cittadina a nord di Milano è interessat­a da un’ondata record di casi di legionella
(foto Lapresse/ Stefano Porta) Senza acqua Una fontana nel centro di Bresso chiusa da quando la cittadina a nord di Milano è interessat­a da un’ondata record di casi di legionella

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