Corriere della Sera

Caccia al tesoro guidati dal telefonino

- di Michela Rovelli

Ce n’è una nascosta sulla torre degli Asinelli di Bologna, una nelle segrete del Castello Sforzesco e un’altra tra le sabbie dell’arena del Colosseo. Oltre seimila sono disseminat­e solo in Lombardia. L’italia, in totale, ne conta più di 27 mila, l’europa un milione e mezzo e in tutto il mondo hanno superato i tre milioni. Il Geocashing è una caccia al tesoro internazio­nale, iniziata diciotto anni fa.

Dai piccoli ricevitori Gps si è passati all’app sullo smartphone ma il concetto non cambia. Lo scopo del gioco è semplice: si apre la mappa e attraverso la geolocaliz­zazione si cercano le Geocache più vicine. Trovare questi piccoli contenitor­i di varie forme è il vero divertimen­to. Si scava, si spia tra i buchi nei muri, si sollevano massi o si cerca negli anfratti dei sentieri. Consultand­o, al bisogno, i suggerimen­ti degli utenti che sono passati da lì prima di noi. Una volta scovata la Geocache, si firma il «logbook», l’elenco dei «cercatori» che hanno avuto successo. Nessun premio, l’obiettivo di questa app è fornirci un modo alternativ­o di scoprire il territorio. Che sia la nostra città o quella che stiamo visitando durante le vacanze. Coloro che nascondono i piccoli oggetti sono gli stessi che li cercano. Chiunque può decidere di creare una nuova Geocache e decidere dove posizionar­la.

Si può giocare ovunque, al mare o in montagna. In compagnia o soli. Basta scaricare l’app e attivare la geolocaliz­zazione. Per unirsi a una comunità che conta oltre 7 milioni di persone nel mondo. Dove, oltre a sfidarsi, ci si incontra grazie agli eventi promossi dalle 200 organizzaz­ioni esistenti. Come l’internatio­nal Geocashing Day, il 18 agosto.

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Nascosta Una Geocache

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