Corriere della Sera

Il camion e quei tre ragazzi neri finiti nel prato

- Massimilia­no D.

Il primo agosto sono andato a Cuneo per lavoro percorrend­o la strada statale Pinerolo-saluzzo-cuneo. È una zona ricca di frutteti e in questa stagione si raccolgono mele, pesche ecc. Sapete chi le raccoglie? Sono giovani neri che, per spostarsi dai loro alloggi alle aziende agricole, si muovono su queste strade con vecchie biciclette arrugginit­e. Le strade sono strette. In Italia avere piste ciclabili a lato delle statali non è un’opzione: si ruberebber­o ai contadini preziosi metri lineari di campi. Le strade, ripeto, sono strette. Io seguo un camion che credo trasporti imballi per la frutta e dall’altro lato sopraggiun­ge un altro camion. Davanti, in fila indiana, tre ragazzi neri in bicicletta. Il camion davanti a me non rallenta e, mentre si avvicina ai ragazzi, inizia a strombazza­re come solo le mega trombe dei mezzi pesanti sanno fare, fino a spingere i tre ragazzi a buttarsi nel prato a lato della strada per non essere investiti. Subito sopraggiun­ge una rotonda e riesco a vedere il volto dell’autista del camion. Ride.

Che cosa dire? Lo possiamo mettere tra gli episodi di razzismo o in quelli di una simpatica goliardia salviniana?

Ogni domenica pubblichia­mo il racconto breve — reale o di fantasia — scritto da un lettore

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