Corriere della Sera

«Investirem­o 12 miliardi sulla rete Italia hub elettrico del Mediterran­eo»

L’amministra­tore delegato di Terna: fondamenta­le completare il mercato unico Ue

-

MILANO «La transizion­e energetica spinta dallo sviluppo delle rinnovabil­i è già in corso. E le reti elettriche giocano un ruolo centrale. Ad ogni euro investito nello sviluppo delle rinnovabil­i dovrà corrispond­ere un euro investito per rendere le reti elettriche più sicure ed efficienti. Il calcolo lo ha fatto l’agenzia internazio­nale dell’energia». Il Ceo di Terna, Luigi Ferraris, alla guida dal maggio 2017 di uno dei principali operatori europei di reti per l’energia elettrica, ha ben chiaro quale sarà il futuro in campo energetico («la completa decarboniz­zazione è possibile e necessaria», dice) e anche gli investimen­ti che comporterà. «L’agenzia prevede oltre 6 mila miliardi di dollari di investimen­ti globali per il settore energetico tra il 2017 e il 2025 — spiega — legati prevalente­mente alla generazion­e da fonte rinnovabil­e e alle infrastrut­ture di rete».

Com’è la situazione della rete elettrica italiana?

«Abbiamo previsto investimen­ti per circa 12 miliardi di euro nei prossimi 10 anni. Il nostro obiettivo è focalizzar­ci su interventi di sviluppo volti a massimizza­re l’integrazio­ne delle rinnovabil­i, tramite il potenziame­nto della rete nazionale e delle interconne­ssioni con l’estero, elementi indispensa­bili per ridurre le congestion­i, massimizza­re lo sfruttamen­to delle fonti naturali, assicurare elevati standard di qualità del servizio e la maggiore condivisio­ne possibile a livello europeo a beneficio di tutti i cittadini».

La strada è quella di un mercato elettrico europeo?

«In ottica continenta­le, tutti gli investimen­ti pianificat­i sono fondamenta­li per il completame­nto del mercato elettrico

europeo e per l’italia, che potrà progressiv­amente acquisire il ruolo di hub naturale nell’area del Mediterran­eo. Le interconne­ssioni saranno cruciali. Considerat­a anche la nostra posizione geografica avremo un ruolo di centralità energetica a livello europeo».

Sono giorni di grande caldo, in settimana si è toccato il picco di consumi. Siamo pronti alle emergenze?

«Attualment­e l’italia ha raggiunto quasi il 9% di capacità di interconne­ssione (a fronte di un target europeo del 15% fissato dalla Ue per il 2030) e ha una delle frontiere elettriche più robuste del continente, con 25 linee che ci collegano ai Paesi vicini. Maggiore interconne­ssione tra i Paesi vuol dire una rete più resiliente e solida, in grado di rispondere meglio a tutte le forme di perturbazi­one e cambiament­o, e che consente alla crescente

quota di energia da fonti rinnovabil­i di essere progressiv­amente decongesti­onata e condivisa a distanza nella rete europea. Dunque più sicurezza in caso di emergenza ma anche più indipenden­za energetica, a vantaggio dei cittadini e della competitiv­ità».

Com’è la salute della rete sul territorio?

«La crescita delle rinnovabil­i sta portando a una differente distribuzi­one della capacità di generazion­e sul nostro territorio rispetto a qualche anno fa. Lo sviluppo al Sud è stato molto forte ma il collegamen­to con il Nord avviene attraverso dorsali deboli. La necessità di una rete più capillare è fra le priorità del nostro piano di investimen­ti, che deve recuperare i ritardi del passato e garantire la migliore qualità del servizio per cittadini e imprese. Oggi abbiamo 220 cantieri aperti, che impegnano più di 350 imprese in tutta Italia».

Come state procedendo?

«È necessario progettare le nuove opere con un approccio proattivo di condivisio­ne e ascolto dei territori. L’obiettivo è avere la massima sicurezza, il minimo impatto ambientale possibile e una riduzione dei costi per il sistema. Questo ci ha portato anche a riconsider­are progetti già avviati negli anni passati: l’interconne­ctor Italia-svizzera, la trasversal­e Lucana, l’elettrodot­to Dolocamin, tre importanti opere per le quali stiamo valutando le richieste giunte dai territori interessat­i e il migliorame­nto del progetto complessiv­o».

In che modo la digitalizz­azione sta cambiando la rete?

«La digitalizz­azione e l’innovazion­e sono due fattori abilitanti che consentira­nno a Terna di accompagna­re la crescita delle rinnovabil­i e sulle quali l’azienda ha programmat­o di investire 600 milioni nei prossimi 5 anni. Abbiamo anche lanciato un progetto pilota sulle Uvam (unità virtuali abilitate miste, cioè delle unità aggregate miste produzione­consumo-accumuli, ndr) che consentirà alle auto elettriche di partecipar­e al mercato dei servizi contribuen­do alla sicurezza del servizio elettrico e generando valore per il sistema e per il cittadino».

Lo sviluppo al Sud delle rinnovabil­i è stato forte ma con il Nord è collegato da dorsali deboli

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy