I battelli corsari di Hitler nella città di Camilleri
Calogero Conigliaro rievoca una vicenda poco conosciuta della Seconda guerra mondiale in Sicilia (Edizioni Leg)
e quindi irreversibili. E dimostrano che la strada da seguire è quella di una Europa che non agisca solo dall’alto».
È arrivato o no il tempo per l’europa di agire politicamente per rendere più stabile il Mediterraneo?
«C’è una cultura, artistica e letteraria, che possiamo definire europea, anche se le diverse popolazioni vivono in modo diverso e hanno persino cucine diverse. E ciò è un bene. Ma certe regole politiche, i diritti politici, individuali, i diritti dell’uomo, che sono valori europei, ora vengono più o meno accettati ovunque».
Ma sull’altra sponda del Mediterraneo non è così.
«È vero, ma le migrazioni hanno anche avuto proprio questo merito, di diffondere la cultura europea dei diritti umani».
La Ue cosa può fare concretamente?
«Intanto, può evitare di fare sciocchezze, come quella di Sarkozy di bombardare la Libia, o di Lega e M5S di chiudere i porti. E poi scegliere per sé una evoluzione prudente, senza imporre dall’alto ciò che in basso non viene accettato, e chiarire che solo l’accettazione di regole comuni dà diritto ai relativi vantaggi. In caso contrario, come per la Gran Bretagna della Brexit o la Polonia e l’ungheria del gruppo di Visegrád, questi vantaggi non spettano e non possono essere rivendicati».
Infine, cos’è dunque il Mediterraneo?
«Non è una piccola provincia, come si poteva pensare un secolo fa. Perciò l’europa non deve mai perdere di vista che il Mediterraneo ci aiuta, più che a capire, a formulare i problemi sul mondo di oggi».
Che cosa successe durante la Seconda guerra mondiale nella cittadina siciliana di Vigata, in provincia di Montelusa? Niente, perché Vigata, dove Salvo Montalbano ha il suo commissariato, è una città inventata dallo scrittore Andrea Camilleri, il padre del celebre poliziotto dai cabasisi pronti a girare vorticosamente alla minima provocazione.
Invece nella cittadina agrigentina di Porto Empedocle, dove Camilleri è nato e che ha fornito l’ispirazione per l’ambientazione dei suoi romanzi (Montelusa corrisponde ad Agrigento), è successo parecchio. Qui era di stanza infatti un reparto di motosiluranti tedesche, le S-boote o Schnellboote (letteralmente «battelli veloci»), conosciute dagli inglesi come Eboat (dove le E sta per enemy, nemico), arrivate in Sicilia dopo un avventuroso viaggio lungo i fiumi francesi fino al porto provenzale di Saint Louis, unico modo per arrivare al Mediterraneo per una via d’acqua, visto che lo stretto di Gibilterra era in mani britanniche.
Da Porto Empedocle le siluranti parteciparono ai più importanti scontri che tra il 1940 e il 1943 videro impegnate le forze aeronavali inglesi e quelle italiane con l’appoggio di sommergibili, naviglio sottile e velivoli messi in campo dalla Germania nazista. La loro storia è narrata nel saggio I corsari del Terzo Reich e i segreti di Husky. Sicilia 1940-1943 (Libreria Editrice Goriziana) di Calogero Conigliaro, un giornalista siciliano poco più che quarantenne con una grande passione per la storia. Ma il volume, che si snoda lungo 256 pagine, contiene ben di più rispetto a quella vicenda, poiché si allarga ad esaminare, dalla prospettiva empedoclina, anche le battaglie che vennero combattute dopo lo sbarco anglo-americano in Sicilia del 10 luglio 1943 (la famosa operazione Husky).
Si tratta di una campagna militare che ancora adesso, a distanza di 75 anni dagli avvenimenti, continua a presentare qualche interrogativo, legato soprattutto alla caduta verticale del dispositivo militare italiano nell’isola, mentre a Roma, il 25 luglio, arrivava a compimento il colpo di Stato monarchico contro Mussolini che portò alla guida del governo il maresciallo Pietro Badoglio.
Una prefazione di Andrea Camilleri, la cui famiglia conobbe non pochi tra i personaggi citati nel volume, aggiunge spezie alla narrazione di Conigliaro.