Da Pausini a Liga, in onda gli archivi (e gli aneddoti) di Fegiz
Una miniera di personaggi e di storie della musica italiana. L’archivio di Mario Luzzatto Fegiz torna alla luce con Parola d’artista, programma di Rai Radio 2 che da domani (dal lunedì al venerdì, ore 12.35) proporrà un’intervista a un protagonista italiano delle sette note. Giornalista del Corriere della Sera dal 1971, critico musicale, personaggio televisivo, radiofonico e scrittore, Fegiz ha pensato di riversare su file il suo archivio conservato su nastri magnetici. «Li tengo tutti ordinati nel mio ufficio e si sono mantenuti perfettamente», racconta. I nastri sono stati registrati Il progetto
● «Parola d’artista» è il programma di Radio 2 di Mario Luzzatto Fegiz che da domani (lunedì a venerdì, ore 12.35) proporrà un’intervista del passato a un protagonista della musica tra il 1995 e il 2005 con il Nagra, un registratore grande come una ventiquattrore che si porta in spalla a mo’ di borsa. «Era molto pesante, arrivava anche a undici chili. Quando Paul Mccartney lo vide mi propose di venderglielo — ricorda il giornalista —, era un oggetto bellissimo e mi aiutava anche nelle interviste. La presenza di quel registratore così grande, con quelle due bobine che giravano, migliorava la concentrazione dell’artista, creava una presenza fisica tra noi».
Da quei nastri ormai illeggibili per la maggior parte dei dispositivi radiofonici sono riemerse interviste a tanti grandi interpreti del nostro tempo, da Giorgio Gaber a Vasco Rossi passando per Zucchero, Francesco De Gregori, Luciano Ligabue, Gianna Nannini, fino a Elisa e Laura Pausini. «Ricordo Vasco che fa un monologo su Stupido hotel — racconta Fegiz —, Venditti parla invece della filosofia di Zeman, Ramazzotti racconta l’anno orribile in cui morì la madre e si lasciò con Michelle Hunziker. Eros era un personaggio difficile da intervistare, all’inizio della carriera dava solo risposte brevi e asciutte».
Non mancano poi momenti toccanti come quando Califano gli confidò di voler scrivere sulla propria lapide «Non escludo il ritorno», Gaber che fece dichiarazioni ante litteram sul buonismo e l’accoglienza e Al Bano che espose il suo odio per i gossip che mettevano in ombra i suoi meriti musicali. Piero Pelù, invece, gli confessò i suoi segreti per affrontare il palcoscenico.
Per riportare alla luce le parole incise su supporti così desueti la Rai di Milano ha recuperato dalle cantine di corso Sempione un registratore ad hoc e Fegiz, come un artigiano, ha segnato sulle bobine i punti più interessanti con dei pezzi di nastro. «Sono le cosiddette bandierine — spiega il critico —. I giovani tecnici dello studio sono rimasti stupefatti quando hanno visto che il suono può essere anche materiale, che si può anche toccare con mano».