Grandi opere, sale la tensione
M5S e Lega divisi su gasdotto Tap e Tav. Fraccaro: non vanno imposti. Rixi: sì ai lavori Botta e risposta tra Salvini e la ministra Lezzi. Slittano i tagli alle pensioni d’oro
Grandi opere, braccio di ferro infinito dentro la maggioranza. Da una parte Salvini che insiste sull’opportunità di portarle avanti, dall’altra il M5S, diviso anche al suo interno, tra scettici, contrari e attendisti. È lite su tutto, sulla Tav e sul gasdotto Tap. Proprio ieri il leader della Lega è tornato a chiedere un «passo avanti» agli alleati, andando contro le parole del ministro dei Trasporti Toninelli che aveva parlato di verifiche costi-benefici. Intervista a Fraccaro e Rixi. E intanto slittano i tagli alle pensioni d’oro.
Ministro Fraccaro, Salvini dice che su Tav, Tap e Terzo Valico i benefici sono superiori ai costi. Lezzi e Toninelli sembrano di parere opposto. Le grandi opere si faranno?
«La linea del governo è chiara: per le grandi opere l’analisi costi-benefici è il nostro faro. Non possiamo far pagare per decenni agli italiani i costi di opere inutili, è un principio di buon senso su cui siamo d’accordo».
Toninelli parla di decisione entro fine anno. Non c’è il rischio di tenere il Paese bloccato?
«Il progetto Tav risale a 30 anni fa, attendere 4 mesi per valutare ogni opzione mi pare ragionevole. Il nostro impegno di fronte ai cittadini resta quello di ridiscutere integralmente il progetto, la stessa Francia comprende i dubbi».
In passato lei si è scagliato contro la Tav del Brennero…
«Appunto, ereditiamo progetti rispetto ai quali abbiamo tutt’altra visione. Il Paese ha bisogno di piccole opere diffuse e infrastrutture strategiche, per individuarle bisogna ragionare in termini di opportunità. E va ascoltata la volontà dei cittadini, le grandi opere non si possono certo imporre con la forza».
Lega e M5S su questo tema sembrano avere posizioni difficilmente conciliabili: non teme che possa logorare la tenuta del governo?
«Ci sono sensibilità diverse ma abbiamo definito nel dettaglio l’azione di governo prima di partire proprio per procedere in modo coeso. Non spenderemo mai miliardi di euro senza garantire la convenienza dell’opera: su questo c’è piena sintonia».
Ma cosa succederà sulla legge di Bilancio?
«Si è tenuto un vertice che ha definito la linea: avvieremo il reddito di cittadinanza e la flat tax garantendo gli obiettivo di bilancio. Sarà una manovra di cambiamento, in grado di rilanciare la crescita economica e lo sviluppo sociale».
Non temete che assecondare la linea della Lega possa danneggiarvi?
«Alla Lega rimproverano di assecondare troppo il M5S, la verità è che il governo gode di un consenso popolare oggettivamente altissimo. Questo rafforza il nostro impegno».
Di Battista vi sprona a rimanere ancorati ai valori M5S: state cambiando?
«Anzitutto faccio ad Alessandro i migliori auguri per i suoi 40 anni. Ha voluto incitarci, come sempre, a proseguire su questa strada: governare mantenendo ben saldi i nostri principi. La coerenza paga, ricevere il sostegno e l’affetto dei cittadini lo dimostra».
Lei è padre. Cosa pensa dello slittamento dell’obbligo
L’impegno è ridiscutere totalmente la Tav e sulle grandi opere occorre sentire i cittadini Non si possono imporre con la forza
Le sensibilità
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento: ci sono sensibilità diverse ma procederemo coesi
vaccinale?
«Slitta di un anno una delle tre forme sanzionatorie, il non accesso a nidi e materne. Abbiamo sempre detto che le vaccinazioni vanno fatte e bisogna sensibilizzare le famiglie, ma la questione dell’obbligo non andrebbe legata al percorso scolastico».
Alla Camera il decreto Dignità è passato senza il ricorso alla fiducia, ma al Senato la strada è in salita...
«Al contrario, contiamo di riuscire a evitare la fiducia anche a Palazzo Madama. Per valorizzare il Parlamento è stato fatto un lavoro di confronto con le opposizioni e la maggioranza, il ministero che dirigo serve a questo. Il cambiamento è di merito ma anche di metodo».
Quando pensa di poter introdurre elementi di democrazia diretta?
«A settembre Roma ospiterà il Global Forum sulla democrazia diretta, un’occasione unica per dibattere sul tema. Poi in autunno presenteremo le proposte su referendum e quorum zero: così finalmente i cittadini parteciperanno alle decisioni pubbliche e torneranno davvero centrali».