Aereo storico cade in Svizzera: strage di turisti
Sono morti i 20 a bordo della «zia Ju» come la chiamavano i suoi costruttori tedeschi, o «Annie di ferro», come la chiamavano i nemici inglesi durante l’ultima guerra. Un aereo di 79 anni utilizzato per voli turistici.
Quello dei voli d’epoca è un settore di nicchia. Affidato a cultori ed appassionati, spesso ex militari. Chiunque piloti questi gioielli d’altri tempi, di fronte alle possibili cause della tragedia svizzera, reagisce allo stesso modo. «Condizioni e requisiti di sicurezza sono gli stessi dei jumbo» spiega Giovanni Marchi, pilota di aeroplani d’epoca. Gli fa eco Giancarlo Zanardo, presidente della Fondazione Jonathan Collection che custodisce velivoli originali e repliche fedeli. «Tutti gli aeroplani devono avere un certificato di navigabilità e un programma di manutenzione approvato». Insomma, quello che è accaduto sulle Alpi poteva capitare a qualunque altro aereo. Anche l’ipotesi del caldo eccessivo non convince gli esperti. «Gli Junker Ju-52 hanno volato in Africa e nella campagna di Grecia. Non credo che in 80 anni sia la prima volta che affrontava temperature così alte» osserva Marchi. «È vero che l’aria in questi casi è più rarefatta, ma i piloti sanno bene cosa fare» aggiunge Zanardo. Il piccolo mondo dei voli d’epoca resta comunque difficile da portare avanti. «Non è redditizio, serve tanta passione — conclude Marchi —. E si stanno perdendo le competenze. Tra 15 anni non ci sarà più nessuno che saprà intervenire su queste macchine».