Vaccini, scuola a rischio caos
Incertezza sui tempi e critiche sulle classi per i bimbi «fragili». Salvini: educare, non obbligare
Le Regioni pronte a ricorrere alla Consulta contro il rinvio dell’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione dei bambini a scuola. Rischio caos.
Sono bastate poche ore alle Regioni per ritrovarsi unite nel voler ricorrere alla Consulta contro la norma contenuta nel decreto milleproroghe. Se passasse nella versione decisa da Lega e 5 Stelle, infrangerebbe di fatto l’obbligo vaccinale per i bambini della scuola dell’infanzia, rinviandolo al 2019-20. Sono nove i governatori dichiaratamente contrari, determinati a procedere lungo la strada segnata dalla legge dell’ex ministro Beatrice Lorenzin. A loro si aggiungono almeno altri 4 sfavorevoli al nuovo orientamento, incerti solo su come muoversi.
I governatori
Malcontento raccolto dal coordinatore delle Regioni, Antonio Saitta: «La proroga è un passo indietro, lavoriamo perché non passi in Parlamento altrimenti siamo pronti a rivolgerci alla Corte costituzionale. La sanità non è materia di esclusiva competenza dello Stato». Saitta rimprovera al ministro della Salute Giulia Grillo di non aver ascoltato la
d Esprimo la netta contrarietà al rinvio che rischia di provocare un danno enorme alla salute dei più fragili e di vanificare una battaglia condotta con decisione Vincenzo De Luca Presidente della Regione Campania
loro voce: «Vogliamo essere sentiti per trovare un’intesa». Toscana, Emilia-romagna, Lazio, Umbria, Marche, Piemonte, Sardegna sono sulle barricate. Il presidente della Campania Vincenzo De Luca è tranciante: «Esprimo la netta contrarietà al rinvio che rischia di determinare un danno enorme alla salute dei più fragili e di vanificare una battaglia condotta con decisione». In Campania, aggiunge il delegato alla sanità Enrico Coscioni, grazie all’obbligo è stato raggiunto un risultato storico: il 95,4% dei bambini tra 0 e 2 anni hanno fatto l’esavalente: «Vogliamo insistere con questa strategia. Le famiglie hanno capito quanto sia importante proteggere i figli». Il presidente della Calabria Mario Oliverio rompe gli indugi. «Impugneremo il decreto».
Le critiche alla ministra
La Grillo chiarisce ancora: «I bambini dovranno essere vaccinati, non decade l’obbligo ma una delle tre sanzioni previste dalla legge». E rassicura le mamme dei circa 10 mila immunodepressi esclusi dalle profilassi per motivi clinici: «Garantiremo l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la protezione dei compagni in regola col calendario vaccinale. Diamo la priorità a chi non può scegliere rispetto a chi può farlo e non lo fa». Ma sui social in tanti protestano: i ragazzi si spostano tra le aule, le mense, e a ricreazione in cortile possono incrociare coetanei fonti di contagio.
I parlamentari ribelli
I 5 Stelle sono alle prese con il caso di Elena Fattori, Giorgio Trizzino e Fabiola Bologna, i parlamentari che si sono dissociati dalle scelte del Movimento. Si valutano anche iniziative forti. L’emendamento per molti pentastellati è stato una sorpresa.
L’iter e le scadenze
Incertezza per quello che potrà succedere alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre. Il decreto milleproroghe con l’emendamento sui vaccini in approvazione oggi in Senato passerà alla Camera quando le scuole avranno riaperto i cancelli. Quindi, quale regola avrà valore? Prende quota la circolare di Grillo, del 5 luglio, che permette ai genitori di presentare l’autocertificazione come unico attestato vaccinale se manca la documentazione Asl.
I partiti
Matteo Salvini critica l’obbligo: «Ho vaccinato i miei figli, ma a scuola devono entrare tutti. Molti Paesi al mondo non obbligano ma educano». Ma il Pd annuncia, con il segretario Martina: «Faremo ostruzionismo». Francesco Giro, di FI: «Pronti a denunciare gli irresponsabili alla Salute pubblica». Pino Pisani, senatore medico del M5S, nega siano stati fatti passi indietro sull’obbligo: «Resta inteso che la corretta informazione dei cittadini, causa del rifiuto, è condizione ineludibile per ottenere la massima adesione».