Corriere della Sera

Super Dovizioso Doppietta Ducati

Dovizioso vince davanti a Lorenzo in fondo a un duello spettacola­re Marquez finisce dietro alle Ducati

- di Daniele Sparisci

Il trionfo della lucidità. Quando il popolo rosso scoppia di felicità riversando­si sotto un podio troppo antico per essere vero, il «professor» Dovizioso raccoglie l’abbraccio di papà Antonio e della fidanzata Alessandra. I meccanici fanno partire il coro: «Desmo-dovi, Desmo-doviiiiii». Il clan di Jorge Lorenzo organizza il brindisi per lo spagnolo, la festa per il secondo posto. La merita questa prepotente doppietta della Ducati, come al Mugello ma a posizioni invertite.

È iniziata con un ballo lento, avvolgente, un tango dolce. È diventato hard rock a sette giri dalla fine: scariche furiose, attacchi in sequenza, controsorp­assi e danze di traverso, ha suonato più forte di tutti il ragazzo venuto da Forlì. Resistenza a oltranza contro dieci titoli del mondo a caccia, perché «quando sai di avere dietro Marc e Jorge e riesci a spuntarla è tanta roba». E non importa se a conti fatti chi ha più motivi per stappare lo champagne è il matador catalano, tre punti guadagnati su Valentino Rossi (più 49 in classifica mondiale), quarto e in crisi con le gomme, sono oro in una trasferta difficile per la Honda. Dovi è a meno 68, un abisso. Ma la sua «settimana da paura» viene prima di tutto. E non parlategli di resurrezio­ne, la prende malissimo: «Ma così sembra che prima facevo schifo, ma non è vero». L’ha costruito metro su metro questo successo, l’ha stramerita­to, spremendo le gomme al limite nelle prove libere per capire fin dove poteva spingersi. Perché la gara è partita così, con i «big» a trotterell­are per salvare gli pneumatici. Ha acchiappat­o la pole e l’ha difesa per riassapora­re un gusto che non provava dal Gran premio inaugurale del Qatar. E se ieri ha condotto la Rossa nel più bello degli approdi è perché ha usato il gas e il cervello.

C’è un retroscena che spiega tanto di lui: a un giro e mezzo dalla fine, all’apice della lotta, alla curva otto guarda uno dei maxischerm­i ai bordi del circuito e capisce come sono messi gli avversari. «Sentivo il motore di Marc e le sue frenate, ma non avevo riferiment­i, pensavo che avesse tenuto del margine. E invece è arrivato Jorge».

A quel punto, esposto agli attacchi, il numero quattro decide di calare il jolly: aumentare i giri e «rischiare di più». È la mossa decisiva, «ho scoperto una velocità inaspettat­a». Volano colpi a tutte le altezze nella mischia: «Sono stati attacchi duri e io ho risposto con degli schiaffi, non mi sono fatto problemi a reagire».

Un duro contro i più duri del paddock, prove generali di ciò che lo aspetterà l’anno prossimo quando Lorenzo traslocher­à alla Honda per formare il dream team con Marquez. Con la divisa della Ducati Por Fuera è sbocciato quando ormai era troppo tardi, i compliment­i al compagno dopo le recenti polemiche profumano di tregua. «Ognuno fa il suo cammino, fra noi c’e rispetto» precisa l’ex Yamaha. Le loro strade si separerann­o fra pochi mesi, ma forse un giorno sia lui che Dovi si ricorderan­no della «battaglia di Brno». Di quel rosso pieno fra le colline verdi della Moravia.

Attacchi e schiaffi

Dovi felice: «Quando hai dietro Jorge e Marc e riesci a spuntarla è tanta roba. Mi hanno attaccato di brutto, ma io ho risposto con degli schiaffi»

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 ?? (Epa) ?? Spunto La Ducati di Dovizioso davanti agli avversari spagnoli, il compagno di scuderia Lorenzo, a destra, e Marquez
(Epa) Spunto La Ducati di Dovizioso davanti agli avversari spagnoli, il compagno di scuderia Lorenzo, a destra, e Marquez
 ?? (Epa) ?? Bandiera Andrea Dovizioso, 32 anni, ha vinto la 19ª gara di Motomondia­le in carriera
(Epa) Bandiera Andrea Dovizioso, 32 anni, ha vinto la 19ª gara di Motomondia­le in carriera
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