Corriere della Sera

I due fronti sulle grandi opere

La ministra Lezzi contro Salvini: no al Tap, servono altre cose Il vicepremie­r: io vado avanti. Ma FI: si liberi della trazione grillina

- Paola Di Caro

ROMA È un braccio di ferro che sembra destinato a durare a lungo quello nella maggioranz­a sul tema delle grandi opere. Perché da una parte c’è la Lega, con Matteo Salvini che insiste sull’opportunit­à di portarle avanti, dall’altra il M5S, diviso tra scettici, decisament­e contrari e attendisti. Dalla finestra, si sentono gridare forte i tradiziona­li (al momento sospesi) alleati del Carroccio. Gli azzurri vedono cruciale il passaggio: «Salvini dimostri se tiene fede o no alle politiche di centrodest­ra».

La Lega infatti insiste perché si portino a termine le grandi opere — come Tav e il gasdotto Tap — e i lavori infrastrut­turali che ha sempre sostenuto, il M5S non ci sta, nonostante la cautela di Luigi Di Maio come del premier Conte. E ieri Salvini è tornato a chiedere un passo avanti agli alleati: «Nella compagine governativ­a, su alcune cose dovremo trovare un accordo. L’italia secondo me ha bisogno di molte infrastrut­ture, soprattutt­o al Sud. Penso alla Puglia e alla Tap: se arriverà alla fine quel gasdotto, l’energia costerà il 10% in meno».

Parole che arrivano dopo che il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli aveva annunciato che sulla Tav andrà fatta una verifica «attenta» per capire se continuare o meno i lavori, e dopo che dal partito avevano spiegato che se costerà «soldi agli italiani» non se ne farà niente. Il tema insomma è caldissimo, e a replicare a Salvini pensa il ministro per il Sud, la cinquestel­le Barbara Lezzi, secondo la quale in Italia più che il Tap «servono le infrastrut­ture, ed in particolar modo ne hanno estremo bisogno il Sud e le aree interne del Centronord». Però bisogna intendersi di quali opere si tratta: «Strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università, bonifiche, energia pulita». Ma in serata Salvini insiste: «Le infrastrut­ture servono, io vado avanti».

Nel solco, si infilano FI e FDI. Tra gli azzurri c’è chi spinge Salvini a fare molto di più, come la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini secondo la quale la Lega deve «affrancars­i» dalla «trazione grillina» di un governo che «gioca con gli slogan sulla pelle degli italiani». Proprio sulla Tav Mariastell­a Gelmini, capogruppo alla Camera, chiede al leader leghista che «faccia sentire forte la voce del centrodest­ra e dei cittadini che ci hanno votato». E se per Mara Carfagna «finalmente Salvini dice una parola chiara sulle grandi opere», un altro azzurro come Giovanni Toti avverte: «Se il governo vuole usare il deficit per finanziare la crescita, finanzi opere che restano».

Anche Giorgia Meloni attacca il M5S che «vuole bloccare la Tav e pure il gasdotto Tap, tanto a che servono sviluppo, energia e lavoro, ci daranno il reddito di cittadinan­za a tutti, no?». E sulla Tav interviene il presidente del Piemonte, il pd Sergio Chiamparin­o, che non fidandosi dell’analisi costi-benefici per l’opera promessa da Toninelli, annuncia che la Regione ne realizzerà una sua, perché «quella governativ­a si annuncia già scritta, visto a quali amici del trasporto su gomma e delle autostrade è stata affidata».

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