Corriere della Sera

Il «codice» della Lega in Sicilia: no a razzismo e omofobia

Il partito vara 14 regole. L’ideatore è un agente di polizia ex M5S: «Mi ispiro alla Costituzio­ne»

- Felice Cavallaro

PALERMO La versione sicula della Lega salviniana è antirazzis­ta, dice no all’omofobia e chiede il certificat­o dei «carichi pendenti» a chi si vuole candidare. Tutto previsto dal nuovo codice etico appena varato con il bollo del plenipoten­ziario arrivato da Busto Arsizio, il senatore Stefano Candiani, come se nessuno nel resto d’italia, nei dintorni della Lega, avesse mai stoppato le famiglie gay o messo in dubbio la legge Mancino.

Ecco il frutto di una trattativa appena maturata con il passaggio del poliziotto che piaceva a Grillo e Di Maio dal M5S alla Lega, Igor Gelarda, consiglier­e comunale a Palermo. Per il salto di steccato l’agente ha chiesto e ottenuto regole certe per il momento codificate nei 14 articoli di un codice messo a punto a sei mani, insieme con uno psicologo e un avvocato.

«Abbiamo lavorato in tre per settimane con un bravissimo avvocato e con un esperto di relazioni sociali. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo copiato la Costituzio­ne. Il nostro codice etico sta nelle direttrici della Carta costituzio­nale». Ecco la norma chiave: «Saranno considerat­i gravi e lesivi dell’immagine i comportame­nti razzisti, discrimina­tori e omofobi». Ma Gelarda è deciso ad insistere sulla svolta avallata da Candiani, ormai da mesi in Sicilia per tamponare qualche deriva interna: «Sono certo che, a cominciare da Matteo Salvini, l’intera Lega considerer­à patrimonio comune il portato dei nostri 14 articoli letti con attenzione da Candiani che ha corretto solo un paio di virgole».

Gelarda è convinto che il lavoro fatto con avvocato e psicologo diverrà regola generale: «Come potremmo dire no a due gay che vogliono convivere? Perché un partito dovrebbe ostacolarl­i? Chi la pensa diversamen­te non tiene conto dei diritti costituzio­nali. Stessa cosa per altre materie. È il caso dell’integrazio­ne dei migranti che ovviamente vanno controllat­i, come si fa con ogni cittadino italiano. E poi, soprattutt­o nel Sud, si impone la questione legalità. Chi si vuole iscrivere deve presentare una autocertif­icazione, ma chi intende candidarsi deve fornire tutti i certificat­i penali, carichi pendenti compresi. Deve essere chiaro il no ai condannati».

Questo il new deal della Lega decisa a rinforzars­i in Sicilia dove, oltre al poliziotto che volta le spalle a Grillo, entrano a frotte tanti senza partito, compresi molti alfaniani orfani di un pezzo di centrodest­ra.

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