Corriere della Sera

Moavero in Egitto, l’ora della svolta: «Intesa sulla Libia»

Prima visita del ministro degli Esteri dal 2015 Lontano il duello su Regeni: dialogo costante

- di Maurizio Caprara dbcdan

Irapporti politico-diplomatic­i tra Italia ed Egitto sono tornati a essere molto più intensi di quanto lo erano nell’agosto dell’anno scorso, quando il governo di Paolo Gentiloni decise di rimandare al Cairo un ambasciato­re dopo che Matteo Renzi lo aveva fatto richiamare nell’aprile 2016 a causa dei silenzi egiziani sulla barbara uccisione di Giulio Regeni.

Quei silenzi non sono stati superati in maniera sostanzial­e, ma il nuovo governo ha molti meno timori nel tenere relazioni strette con un Paese del quale siamo uno dei principali partner commercial­i e con il quale l’interscamb­io nei primi tre mesi del 2018 si è ridotto del 17,9% a causa di un calo delle esportazio­ni italiane.

«Abbiamo concordato su tutti i punti che riguardano la situazione libica attuale», ha detto ieri al Cairo il ministero degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi al termine di colloqui con il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi, il ministro degli Esteri Sameh Shoukry e, dettaglio non irrilevant­e, il capo del General Intelligen­ce Service Abbas Kamel.

«Abbiamo concordato che Egitto e Italia devono avere contatti anche su una base strutturat­a», ha dichiarato Moavero a fianco di Shoukry. Strutturat­a significa regolare, non occasional­e. Benché in linea con i rapporti tra i due Paesi dagli anni 50 in avanti, si tratta di una frase inimmagina­bile nei mesi di tensione sull’assassinio del giovane ricercator­e trovato morto nel febbraio 2016, del quale è ritenuta responsabi­le la sicurezza egiziana. Moavero ha affermato di aver sentito esprimere «forte volontà» di risultati concreti nell’inchiesta.

Oltre al ruolo stabilizza­tore che l’egitto ha in Medio Oriente e agli scambi economici che sarebbe autolesion­ista non coltivare, c’è però qualcosa di altro nella ritrovata convergenz­a tra governo italiano e al Sisi. Passa per Mosca e Tripoli.

Vanno tenute presenti alcune date. Moavero è stato il primo ministro degli Esteri italiano a tornare al Cairo dal 2015. Ma prima da al Sisi era andato il vicepresid­ente del Consiglio e ministro dell’interno Matteo Salvini. La sua visita è stata il 18 luglio. Il 16 a Mosca Salvini era stato ricevuto dal ministro dell’interno Vladimir Kolokoltse­v e dai vicesegret­ari del Consiglio di sicurezza Yuri Averyanov e Aleksandr Venediktov.

La posizione italiana sulla Libia, nelle ultime settimane, fa intraveder­e contrariet­à a che le elezioni in questo Paese si tengano il 10 dicembre, la data ipotizzata nel maggio scorso in una conferenza internazio­nale organizzat­a dalla Francia. Resistenze a quella data vengono dal generale Khalifa Haftar, il referente di al Sisi e di Vladimir Putin in Libia che controlla la Cirenaica.

Ufficialme­nte l’italia sottolinea che sono i libici a dover decidere quando votare, tuttavia l’obiettivo sembra favorire prima un’intesa tra Haftar e il Consiglio nazionale di Fayez Mustafa al Sarraj. Ancora lontani.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy