Corriere della Sera

Precipita aereo d’epoca da turismo Venti morti sulle Alpi svizzere

Il velivolo aveva 79 anni. Mistero sulle cause: a bordo non esiste la scatola nera

- Di Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it (Afp/coffrini)

La «zia Ju»come la chiamavano i suoi costruttor­i tedeschi, o «Annie di ferro», come la chiamavano i nemici inglesi durante l’ultima guerra, è caduta quasi a picco vicino alla Forcola del Piz Segnas, una conca a 2.540 metri di quota nella Svizzera dei Grigioni, fra morene desolate e qualche lingua di neve. Era l’altro ieri, mancavano 10 minuti alle 17, lassù non c’era una nube.

La «zia Ju» era un trimotore «Ju-52» costruito 79 anni fa, e ora adibito a voli turistici in tre esemplari, dalla compagnia svizzera Ju-air. Sabato, decollato da Locarno e diretto a Dübendorf, più a Nord, uno dei tre velivoli portava a bordo 20 persone, 11 uomini e 9 donne fra i 42 e gli 84 anni, svizzeri e austriaci: sono tutti morti, i 17 passeggeri e i due piloti con l’assistente di volo, ieri sera era ancora in corso il recupero di alcuni corpi sulla montagna sopra la stazione turistica di Flims.

Il relitto è spezzato in due o tre monconi, non ha strisciato contro una parete ma è precipitat­o «quasi in verticale, a velocità abbastanza sostenuta». Fra le morene si scorgono con il binocolo i monconi della fusoliera, dipinti in nero e viola.

Quello, immatricol­ato con il numero HB-HOT, era un apparecchi­o vecchio ma solido e controllat­o ogni 35 ore di volo effettivo, l’ultima volta a fine luglio, dice ora la Ju-air. Ma non aveva a bordo una scatola nera, come quasi tutti i velivoli di altre epoche, e così la sua fine è un mistero: nessuna richiesta d’aiuto, nessuna perdita di carburante, nessuna collisione con altri apparecchi o cavi aerei — spiega ancora Kurt Waldmeier, amministra­tore delegato della compagnia — nessun dubbio sull’esperienza dei piloti, uno di 62 e l’altro di 63 anni («a loro spetta sempre ogni decisione in volo, sulla velocità, l’altitudine, sulla rotta che seguono con le mappe e a vista, anche se sanno che non devono volare se ci sono nuvole»).

«E il caldo?», chiede qualche giornalist­a. Anche su queste montagne fa da settimane un caldo estremo, ieri a Flims e dintorni si sfioravano i 35 gradi: «Il caldo può essere un fattore che crea difficoltà agli aerei, ma uno dei tanti — risponde Waldmeier — non possiamo escludere nulla. Comunque l’inchiesta dovrebbe darci dei primi elementi fra qualche giorno, è anche nell’interesse della compagnia, che si chiarisca tutto».

Da Roma, arriva una voce perplessa: «Mi sembra improbabil­e che il caldo abbia avuto un ruolo — dice Alberto Servi, pilota in pensione dell’alitalia che per tutta la vita ha coperto le rotte transocean­iche con l’america e anche con i Paesi africani — ma bisognerà aspettare tutte le verifiche, per capire bene».

«Zia Ju» era volata venerdì da Dübendorf a Locarno per una gita di 24 ore battezzata «Fascino del Sud»: giro in barca sul lago, cena in un «grotto», il tipico regno della cucina ticinese a base di salametti, e notte in uno storico hotel di Lugano.

Un tuffo nel sole, per 8 coppie quasi tutte di anziani più qualche «single». L’aereo è rimasto fino alle 15.30 di sabato «parcheggia­to» all’aeroporto di Locano-magadino, si spiega ora che non vi è stato bisogno di un rifornimen­to di carburante né di particolar­i controlli tecnici. Poi, il decollo per ritornare a Dübendorf. Ma poco prima del tramonto, la «zia Ju» con i suoi 79 anni si è abbattuta sulla Forcola del Piz Segnas.

 ??  ?? I soccorsi Inquirenti e soccorrito­ri intorno alla carcassa del Junkers Ju-52 che si è schiantato vicino al monte Piz Segnas, a pochi metri dal resort Flims, a quota 2.540 metri
I soccorsi Inquirenti e soccorrito­ri intorno alla carcassa del Junkers Ju-52 che si è schiantato vicino al monte Piz Segnas, a pochi metri dal resort Flims, a quota 2.540 metri

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