Corriere della Sera

Aggredite da un uomo nudo: «Il 112 non è intervenut­o»

- Massimo Massenzio

● Ieri all’alba due donne torinesi hanno chiamato il 112 dopo essere state aggredite per strada

● Un uomo di colore si era denudato e aveva colpito una di loro

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TORINO «Abbiamo subito un’aggression­e, mandateci una pattuglia». Comincia così la drammatica telefonata al 112, il numero unico per le emergenze, effettuata all’alba di domenica da due donne torinesi, aggredite in pieno centro mentre tornavano a casa. Per 47 secondi Laura e Silvia, quarantenn­i, cercano di spiegare all’operatrice di turno che cosa sta succedendo: un uomo di colore si è denudato e ha colpito una di loro con una manata al volto. Poi si è allontanat­o di qualche metro, sorpreso dall’energica reazione delle vittime. Via San Massimo è deserta, le due donne gridano e chiedono aiuto, ma dall’altro capo del telefono l’operatrice di turno non si scompone, segue rigidament­e la prassi e tempesta le interlocut­rici di domande. Laura capisce che nessuno potrà mai arrivare in tempo, interrompe bruscament­e la comunicazi­one e decide di scappare a gambe levate con la sua amica. Alla fine l’aggressore le «saluta» alzando il dito medio e si dirige senza troppa fretta verso il parco del Valentino.

Ieri mattina Laura e Silvia hanno denunciato ai carabinier­i l’aggression­e e l’ennesimo disservizi­o legato alle rigide procedure del Nue, ma per Danilo Bono, vicedirett­ore della Sanità piemontese e creatore del 112 regionale, non c’è stata alcuna anomalia: «Abbiamo riascoltat­o la telefonata e la richiesta d’aiuto era piuttosto lacunosa. Giusto, quindi, fare alcune domande in più, ma l’utente non è stata collaborat­iva. Alle centrali del 112 piemontesi arrivano 2 milioni di telefonate all’anno e il 50% si rivelano inappropri­ate. Possiamo migliorare e forse avremmo anche potuto passare subito la comunicazi­one alle forze dell’ordine, ma le informazio­ni vengono richieste per offrire un servizio più adeguato».

Per Laura, invece, quello che è successo è gravissimo: «È assurdo che debba passare un minuto per riuscire a parlare con polizia o carabinier­i». Ripensare a quei momenti non è facile: «Quell’uomo si stava masturband­o e ha colpito la mia amica. Se ci avessero inviato una pattuglia poteva essere arrestato, ma l’operatrice continuava a farci domande inutili. Se al nostro posto ci fossero state due ragazzine quel bruto avrebbe potuto tranquilla­mente violentarl­e».

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