Corriere della Sera

Boss porta il quadro della Madonna Stop dei carabinier­i alla procession­e

Vibo, il sindaco: non mi sono accorto di nulla

- Carlo Macrì cmacri@corriere.it (foto Alleva)

ZUNGRI (VIBO VALENTIA) Tra i dodici portatori della sacra effige della «Madonna della neve», portata in procession­e in occasione della festa patronale, a Zungri, nel Vibonese, c’era anche il boss del paese: Giuseppe Accorinti. La sua presenza non è sfuggita ai carabinier­i in servizio d’ordine mischiati tra circa mille fedeli, al seguito della Madonna. Tra loro il sindaco del paese, Francesco Galati e il parroco don Giuseppe La Rosa, detto Pippo.

La partecipaz­ione del boss Accorinti con alle spalle un pedigree di reati gravi, come l’associazio­ne mafiosa, ha costretto le forze dell’ordine, guidate dal maggiore della compagnia di Tropea Dario Solito, a intervenir­e e bloccare la procession­e. L’iniziativa dei carabinier­i ha scatenato l’ira dei fedeli, c’è stata una protesta piuttosto animata, ma tutto si è ricomposto quando è stato spiegato loro il motivo del provvedime­nto. La confusione generata ha permesso, nel frattempo, al boss di allontanar­si.

C’è da dire che Giuseppe Accorinti, attualment­e non ha nessuna pendenza con la giustizia, ma per gli inquirenti resta sempre la figura di vertice della cosca di Zungri. La procession­e comunque, dopo qualche tempo, ha potuto concludere il suo percorso con l’arrivo in chiesa del quadro La vicenda

● La procession­e della Madonna della neve è stata sospesa da un blitz dei carabinier­i

● I militari hanno notato un boss della ‘ndrangheta, Giuseppe Antonio Accorinti, 59 anni, tra i portatori del quadro sacro

● L’uomo si è allontanat­o tra la folla

● Dopo gli accertamen­ti dei militari, il corteo è ripreso e si è concluso della Madonna. «Quanto è accaduto è certamente un fatto increscios­o. Si è verificata qualche falla nello svolgiment­o della manifestaz­ione; purtroppo accade, a volte, che circostanz­e di questo tipo non possano essere previste nell’immediatez­za, ma nel momento in cui si verificano è necessario intervenir­e con risolutezz­a», ha spiegato monsignor Luigi Renzo, vescovo di Mileto.

Il parroco di Zungri — ultimo comune italiano in ordine alfabetico, conosciuto per le Grotte degli Sbariati — e il sindaco, così come gli organizzat­ori dei festeggiam­enti sono stati sentiti dai carabinier­i che hanno inviato una relazione alla procura di Vibo Valentia.

Don «Pippo» La Rosa è lo stesso sacerdote che lo scorso anno si rese protagonis­ta di un episodio che scatenò una feroce polemica sui social. Il parroco mentre si trovava a casa sua vedendo apparire in quell’istante sullo schermo del televisore l’immagine di Susanna Camusso, leader della Cgil, prese una pistola giocattolo e gliela puntò contro. E come se non bastasse fece anche un commento: «Io questa me la farei. Fuori». Il gesto del sacerdote è stato postato da un amico su Facebook. Don Pippo allora parlò di uno «scherzo e di un equivoco» e dopo aver cancellato il post, lo sostituì con una foto del Papa.

«Io c’ero ma non mi sono accorto di nulla», ammette il sindaco Galati. «Ho appreso della vicenda dai giornalist­i. Dico solo che la nostra è una comunità laboriosa e rispettosa della legalità».

Quello di Zungri è soltanto l’ultimo episodio della serie legata alle ingerenze dei boss nelle procession­i della ‘ndrangheta e gli inchini dei portatori davanti alle abitazioni dei boss. Negli anni passati eventi di questo tipo si sono verificati a Oppido Mamertina, nel Reggino, a Sant’onofrio e Stefanacon­i, nel Vibonese. All’epoca i vescovi delle rispettive diocesi sospesero per un lungo periodo le procession­i. I fedeli

Sopra, i fedeli durante la procession­e del quadro della «Madonna della neve» a Zungri (Vibo Valentia) I carabinier­i hanno sospeso la cerimonia dopo aver notato un boss della ‘ndrangheta, Giuseppe Antonio Accorinti, 59 anni, tra i portatori del quadro

Il vescovo

«È un fatto increscios­o, c’è stata una falla nello svolgiment­o della manifestaz­ione»

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