La forza di Daniele che danza sull’acqua a occhi chiusi
«Mamma e papà quando sono nato si sono comportati come tutti i genitori che si trovano tra le braccia un figlio con un serio problema medico: hanno lottato. E così per lungo tempo c’è stata la corsa alla cura miracolosa. Per fortuna quando anche l’ultima illusione si è spenta non si sono lasciati abbattere. Hanno semplicemente detto ok, è cieco e lo sarà sempre, vediamo cosa gli riserva la vita». A lui, che si chiama Daniele Cassioli e oggi ha 31 anni, la vita ha riservato parecchio: tanta e diciamo pure tantissima fatica, per cominciare, ma poi anche 22 titoli mondiali e venti europei di sci nautico, quindi una laurea in fisioterapia, e 2500 studenti ogni anno a cui ripete «ringrazio tanto i miei genitori perché mi hanno insegnato a vivere senza scorciatoie».
È questa la storia di copertina sul prossimo numero di Buone Notizie, il settimanale del Corriere della Sera in edicola gratis con il quotidiano domani come ogni martedì. Un racconto che è naturalmente una storia personale ma anche, come avviene quasi sempre in questi casi, una storia di famiglia e di forza collettiva: «I miei hanno capito che la parola chiave era farmi fare esperienze e hanno spinto tutte le loro energie in quella direzione, senza avvolgermi in un guscio di iperprotezione. E soprattutto — aggiunge Daniele con un sorriso molto serio — senza sacrificare il loro rapporto di coppia: dinamica pericolosa che osservo in tante famiglie dove c’è un bambino con disabilità». Sembra di sentirlo quando, nell’intervista di Marta Ghezzi, di sorriso ne fa un altro per precisare: «Certo che è stata dura».
A 22 anni finisce l’università con 110 e lode. Oggi, quando non è in giro per il mondo a vincere medaglie danzando dietro un motoscafo, lavora in un centro polispecialistico di Castellanza, vicino a Varese: «Quando i miei pazienti si stendono sul lettino non stanno troppo a pensare se ci vedo o no. Gli importa che io sappia il fatto mio».
Tra le altre storie: le catene di supermercati che producono frutta e verdura idroponiche usando un decimo dell’acqua di un campo, lo sbarco a Pechino del «modello Reggio Emilia» per l’educazione del bambini, l’invenzione della vasca per idromassaggi Jacuzzi nata come terapia per l’artrite del figlio del suo inventore. E mentre si avvicina il «compleanno» del settimanale a fine settembre prosegue l’inchiesta sulle Ong, curata in questa puntata da Pier Luigi Vercesi con un viaggio in Tanzania tra i progetti della onlus bolognese Cefa.