ITALIANI
Quindi l’uomo potrebbe continuare, ma questa civiltà potrebbe estinguersi? E come?
«Se viene a mancare un sistema di trasmissione di valori, insegnamenti, memoria. Badi: non parlo solo della scuola: oggi gli esperti di una materia non solo non vengono ascoltati, ma derisi, ignorati a volte. Si ricordi: basta una generazione a far evaporare quello che l’umanità ha imparato nel corso dei millenni».
Si mette in discussione con leggerezza anche la scienza, penso ai vaccini.
«Guardi che anche noi, nel dopoguerra, mettevamo in discussione la ricerca ma per altri motivi: perché ci si chiedeva se un sistema che aveva portato a realizzare la bomba atomica potesse essere legittimato. Oggi è diverso: l’uomo è diventato senza misura. Ci faccia caso: non si cerca più l’equilibrio, ma l’eccesso. La politica o la televisione ne sono esempi».
Eppure lei nella sua vita ha conosciuto da vicino il male. Dai serial killer che ha seguito, alle perizie fatte sugli accusati della strage di piazza della Loggia.
«Un periodo difficilissimo. Nel caso di piazza della Loggia giuravamo sulla riservatezza e per mesi la mia famiglia non ha saputo dove andassi. I quattro che vennero accusati all’inizio, se presi singolarmente per me non riscontravano patologie importanti. Ma se esaminati insieme, sì. Capii allora che non esiste il male in sé, ma esiste l’uomo che fa il male».
Eppure lei ha frequentato papi, uomini di chiesa, gente convinta che il male in sé esista.
«Per esempio Paolo VI. Una volta facemmo una lunga passeggiata durante la quale mi ripetè più volte questo concetto. Ma io ho negli occhi lo sguardo di Pietro Maso, un ragazzo che arrivò a uccidere i propri genitori solo perché gli servivano 50 milioni. Per comprare una macchina che aveva visto in una serie tv».
La banalità del male?
«Maso però divenne “un mito” per molti adolescenti dell’epoca. Lo sa che una ragazza arrivò a licenziarsi dalla Standa di Bologna per diventare la sua fidanzata e poterlo andare a trovare in carcere ogni sabato? Lui era un narciso, capace di annullare il suo prossimo».
Perché ci facciamo attrarre tanto dal male? Penso ai cosiddetti «cattivismi» di oggi.
«Perché stiamo ridiventando pulsionali. E sono convinto che la maggior parte delle (numerose) paure che ci attanagliano siano in un modo o nell’altro legate ai soldi. Abbiamo paura della povertà e ogni forma di potere mette in scena un ricatto fondato su questo. Ecco perché ci percepiamo sempre poveri. Beninteso: oggi un professore di matematica con due figli ha uno stipendio forse non “da povero” ma di L’amore di una vita Ho conosciuto mia moglie all’università: pensavo solo a studiare e non avevo altre occasioni di incontrare qualcuno Di lei mi ha colpito subito il suo aspetto materno
Diversamente felice