Corriere della Sera

Paltrinier­i, un bronzo conquistat­o col cuore

- Al. p.

Se lo stomaco tradisce, rimane il cuore. È a quello che si è affidato il campione di tutto per trascinars­i in piscina e nuotare trenta infinite vasche di sofferenza. L’oro è sfuggito, così come è finita l’imbattibil­ità che durava dal 2014, ma a Gregorio Paltrinier­i restano un bronzo europeo e la sensazione di avere fatto una mezza impresa. Il suo tecnico Stefano Morini — uno che era stato parco di compliment­i anche dopo l’oro olimpico di Rio — lo ha definito «un grande uomo», e il motivo è semplice: Greg è stato attaccato sabato da gastroente­rite, febbre e problemi vari che avrebbero debilitato un elefante. In quelle ore si è parlato di forfait, tipo Sun Yang quando Greg vinse ai Mondiali 2015. Invece, appunto, ha deciso il cuore: «Fino all’ultimo ero in dubbio — ha raccontato Greg, più stordito che deluso —. Qualcuno mi diceva di non gareggiare perché sarebbe stata una disfatta, altri di preservarm­i per gli 800 (domani e dopo, ndr). In albergo, tre ore prima della gara, ho provato la febbre: avevo 37.6, mi sono detto che non stavo morendo e ho deciso che dovevo provare a difendere il titolo».

Per 800 metri ha condotto la gara, ma è stato subito chiaro che la sua famosa tattica — partire, sfiancare tutti e salutarli — non stava funzionand­o. Lui faticava, gli altri gli stavano sereni sulle caviglie. E quando ai 900 Wellbrock ha attaccato, seguito poi da Romanchuk, Greg si è sfilato. «Ho provato a nuotare di cattiveria, ho combattuto, ma più di così non si poteva». Ha vinto Wellbrock in 14’35”65 davanti a Romanchuk (14’36”88), Paltrinier­i (14’42”85) e lo splendido Domenico Acerenza, il socio di allenament­i a Ostia bravissimo a scendere fino a 14’51”88. E siccome i crono dei primi due non sono lontani dal record europeo di Paltrinier­i (14’34”04), proprio il pesce veloce di Carpi dà una grande lezione di sportività spiegando: «Bravi, hanno fatto un tempone: anche se fossi stato bene, non è detto che avrei vinto. Ma a me in fondo scoccia non essere arrivato al meglio, non perdere: perdere fa parte dello sport». Conoscendo­lo, tutto ciò sarà nuova benzina per ripartire: «Mi piace se i rivali crescono, rende tutto più divertente. Mi chiedono sempre degli stimoli... Eccoli. Insieme alla voglia di rifarmi». Magari, se lo stomaco si sistema, già negli 800 in questa vasca malefica.

Paltrinier­i Tre ore prima della gara avevo la febbre a 37.6, mi sono detto: non stai morendo e ho deciso di provare

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