Paolo Maldini torna a casa
Sarà «direttore sviluppo strategico dell’area sport» Lavorerà con Leonardo Oggi è atteso a Milano anche Gordon Singer
MILANO Quello che non era riuscito al Milan di Berlusconi gestione Galliani (divergenze più o meno esplicite), e poi nemmeno a quello della cogestione con Barbara (non si trovò il ruolo giusto), e tanto meno al Milan dei cinesi (non si era fidato lui), è riuscito ieri al nuovo corso targato Elliott: dopo 25 anni in campo con una sola maglia a vincere tutto e nove di «esilio» a decidere cosa fare da grande, Paolo Maldini torna al Milan.
Dopo Leonardo e la coppia di acquisti Higuain-caldara, l’estate rossonera è il risveglio dell’orgoglio per i tifosi. Non per una (piccola) parte della Curva magari, con cui l’ex capitano non si è lasciato certo bene e che non vedeva di buon occhio nemmeno Leonardo (la società se ne è fatta giustamente una ragione), ma per la stragrande maggioranza dei tifosi di sicuro.
«La sua famiglia è la storia del Milan, se si dovesse unire a noi sarebbe bellissimo», aveva detto una decina di giorni fa Leonardo, alla sua presentazione. Oggi, alle 16.30, sarà alla presentazione di quella dell’ex capitano che, con Leo, lavorerà fianco a fianco. Per Maldini, infatti, è stato creato un ruolo ad hoc: «direttore sviluppo strategico area sport». Che cosa in concreto voglia dire lo spiegheranno (speriamo) oggi, di sicuro c’è che si tratta di un ruolo operativo (fare la bandiera non è mai interessato a Maldini) e che non sarà propriamente un direttore sportivo (e chissà che Paolo non si porti, come già nell’esperienza a Miami, Mauro Pederzoli, con cui ha un ottimo rapporto e
Il presidente Scaroni «La sua nomina è un ulteriore segno dell’impegno di Elliott per far grande il Milan»
L’organigramma L’ex capitano a Miami aveva chiamato Pederzoli, che potrebbe fare il d.s. A ottobre l’ad
che ora è in Cina al Guizhou Hengfeng). Per la piattaforma Dazn, che lo ha appena presentato, resterà ambasciatore e commenterà solo qualche big match.
In ogni caso, il nuovo Milan prende forma. Nei giorni scorsi, Maldini ha incontrato il presidente Paolo Scaroni che deve essere stato convincente nell’illustrare il piano di Elliott. Oggi potrebbe essere direttamente Gordon Singer, atteso a Milano, a farlo: il figlio del fondatore di Elliott, dovrebbe prendere infatti il primo contatto con il mondo Milan, dalla visita a Milanello all’incontro con l’allenatore Gattuso, di rientro dagli Usa (dove la notte scorsa ha battuto per 1-0 il Barcellona, con Donnarumma migliore in campo). Poi mancherà la scelta dell’ad (Ivan Gazidis se a ottobre si libererà dall’arsenal) e l’organigramma sarà completo (anche Filippo Galli potrebbe tornare nel settore giovanile).
«Non ci sono parole per descrivere ciò che Paolo Maldini rappresenta per il Milan — il commento del presidente Scaroni —. La leadership e l’esperienza di Paolo saranno di grande beneficio per il club, così come la sua passione e la sua energia. La nomina di oggi è un ulteriore segno dell’impegno di Elliott per costruire una solida base per un successo a lungo termine. Non sarà facile e ci vorrà del tempo, ma abbiamo obiettivi ambiziosi». È questo, dell’operazione Maldini, che entusiasma i tifosi. C’è il romanticismo della storia che non si dimentica, del padre Cesare, della maglia n.3 ritirata, che potrà essere indossata solo da altri Maldini (il figlio maggiore, Christian, 21 anni, gioca alla Pro Piacenza, mentre il più piccolo, Daniel, era con gli Under 17 del Milan). Ma c’è anche la conferma che Elliott sta mettendo le basi per un progetto a medio-lungo termine.
E se poi, invece, Elliott dovesse vendere, Maldini ha anche una credibilità verso potenziali compratori made in Usa, come Stephen Ross, proprietario dei Miami Dolphins, che qualche chiacchiera con lui attorno al Milan sembra proprio l’avesse fatta. Ma questa è un’altra storia: oggi fa un altro passo il Milan di Elliott.