Corriere della Sera

Onda di fuoco, crolla l’autostrada

Esplode un camion con il gpl: una vittima, decine di feriti. «Come un attentato, boati e panico»

- di Marco Imarisio

Un’autocister­na carica di gpl ha centrato in pieno un Tir in coda sull’a14 all’altezza di Borgo Panigale, a Bologna. Prima un rogo con fiamme altissime, poi una tremenda esplosione. Un’onda di fuoco ha investito l’autostrada che corre vicinissim­a alla città. Una voragine si è aperta su un ponte dell’autostrada, parzialmen­te crollato. Il bilancio parla di un morto e almeno 68 feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. Lo choc dei testimoni: «Sembrava un attentato, scappavamo mentre cadevano rottami infuocati».

È un sandalo da bambina, BOLOGNA taglia numero 29. Non si riesce a separarlo dal bitume sciolto di via Marco Emilio Lepido, che in quel tratto è il nome che prende la via Emilia. Il muro del palazzo che scorre lungo il marciapied­e è completame­nte annerito, le fiamme lo hanno scavato facendo crollare l’intonaco, bruciando gli infissi delle finestre al primo piano.

Tutti hanno visto la palla di fuoco. E infine non resterà che un boato ripreso in ogni sua angolazion­e, dall’alto le telecamere della A14 appese ai cartelli dello svincolo, ad altezza d’uomo i telefonini dei guidatori in coda. Ma è ciò che resta a dare la misura di questa giornata di macelleria stradale resa diversa dalle altre per via delle immagini, delle testimonia­nze paradossal­i, dell’apocalisse che poteva essere e ancora non si capisce come non sia stata. Forse è solo la buona sorte, forse il caso che per una volta non è stato maligno. Davanti alle serrande rigonfie in un modo grottesco della ferramenta Chiodo fisso e del bar accanto, deformate dall’onda d’urto che ha spinto quelle lastre di acciaio verso l’interno dei locali per poi lanciarle in direzione opposta, davanti alle barriere insonorizz­anti della tangenzial­e conficcate nel muro di un locale distante almeno ottanta metri in linea d’aria, non viene in mente nient’altro. Davanti all’ingresso sventrato del ristorante Il randagio, uno squarcio nella pietra annerito ai bordi, con ancora la traccia dell’impatto della ruota del Tir in fiamme che ha attraversa­to la sala principale, in quel momento «c’erano tre tavoli occupati per un totale di sette coperti», come dice ancora sotto choc il titolare, non ci sono spiegazion­i razionali. Perché nonostante la morte di Andrea Anzolin, l’autista della cisterna, che aveva 42 anni e una famiglia che lo aspettava, nonostante un bilancio di 18 feriti gravi e altri 50 ricoverati in ospedale, una ventina di soccorrito­ri ustionati, questa è la cronaca di un giorno fortunato.

L’incidente

Il posto è uno dei più trafficati d’italia, è quella strettoia che una volta uscita dall’autostrada del Sole porta alla A14, che lambisce Bologna ma significa mare Adriatico, riviera romagnola, vacanze. Mancano otto minuti alle 14. Andrea Marongiu, cameriere in Milano, un ragazzo di vent’anni che con la fidanzata Anna era diretto a Riccione sulla sua Clio ed è stato tra i primi a mettere in rete il video dell’esplosione, ricorda che il notiziario di Infostrada aveva appena usato la formula di rito, «traffico intenso ma scorrevole». All’improvviso, sulla corsia di destra, all’altezza della terza uscita, Borgo Panigale, si alza una nuvola di fumo, seguita da una breve fiammata. È una cisterna carica di gpl che senza ragione tampona un Tir che aveva rallentato in modo neppure troppo vistoso, gli agenti della Polstrada parlano di decelerazi­one «normale», e viene a sua volta centrata da un altro Tir che pure trasportav­a materiale infiammabi­le, non se ne conosce ancora la natura.

L’esplosione

Passano quattro minuti, durante i quali le auto si incolonnan­o. «Ho detto alla mia ragazza che per fortuna la corsia di sinistra era rimasta sgombra, saremmo passati presto. E mentre finivo la frase è esplosa l’autobomba». La raccontano tutti così, con metafore belliche o stragiste, come è inevitabil­e che sia. «Ho pensato all’attentato di Capaci». «Mi sono ricordato di quando c’era la guerra a Bagdad». La palla di fuoco arde per un quarto d’ora, mentre sotto all’autocister­na si apre una voragine. A tarda sera se ne capiranno le dimensioni, un cratere lungo una ventina di metri, dai bordi netti, perché l’asfalto è scomparso, fuso dal calore. Il viadotto crolla sulla via Emilia che scorre quattro metri sotto, con la motrice che resta appesa a penzoloni, incredibil­mente risparmiat­a dalla combustion­e, il muso a un metro dal piazzale sottostant­e, che è il parcheggio della concession­aria Peugeot «Auto luna», il deposito delle vetture di seconda mano in esposizion­e. Ne saltano in aria almeno una ventina,

La vittima

Il guidatore rimasto ucciso si chiamava Andrea Anzolin, 42 anni, del Vicentino

mentre altre cinquanta vengono completame­nte carbonizza­te, creando decine di altri incendi.

I danni

Nessun audio può rendere la forza di quella prima esplosione. C’è un palazzo di edilizia popolare all’angolo tra la via Emilia e la via Celio che gli abitanti del quartiere chiamano il Colosseo, per via della sua forma particolar­e. Sono cinque piani che si affacciano su quella sopraeleva­ta. Non c’è una finestra che sia rimasta intatta, neppure al pianterren­o, neppure all’ultimo piano, il quinto. Le persiane di legno e acciaio verde sono sparse per un raggio di seicento metri quadrati. I locali della concession­aria sono sventrati, ridotti a una spelonca, del muro che divideva il salone dagli uffici amministra­tivi non restano che alcuni spuntoni alti al massimo venti centimetri. Tutto intorno, i segni di una strage per fortuna mancata. C’è il sandalo della bambina, e poco distante una maglietta bruciacchi­ata. Poco più in là, una sacca con dentro un costume da piscina e un asciugaman­o, una bicicletta che l’ondata di calore ha piegato in due, i segni di una corsa disperata a cercare riparo da una fiammata che ha incenerito sterpaglie lungo la tangenzial­e e le aiuole che tentano di imbellire la via Emilia.

Le vittime

Non sapremo mai cosa è stato, se un malore, la stanchezza, una disattenzi­one. Si chiamava Andrea Anzolin, aveva 42 anni e una moglie. Viveva ad Agugliaro, nel Vicentino, e lavorava per l’azienda «Loro» di Lonigo, produzione e commercio di carburante. Pare fosse un conducente esperto, veniva da un decennio alla guida dei camion di un’altra ditta di trasporti, a Noventa. C’è un agente della Polizia, si chiama Riccardo Muci, che in quei quattro minuti di tempo sospeso ha capito prima di ogni altro cosa stava succedendo. È sceso dalla sua auto e ha cominciato ad aiutare le persone rimaste ferite sull’autostrada, mentre intanto gridava ai passanti fermi nella via sottostant­e di allontanar­si, di fuggire, che stava per saltare tutto. L’onda d’urto lo ha fatto volare per venti metri. Ha ustioni gravi su tutto il corpo, è stato operato d’urgenza. Ce la farà. Tra i feriti ci sono molti soccorrito­ri, perché per almeno dieci minuti l’aria è stata attraversa­ta da fiammate, pezzi di auto trasformat­i in palle di fuoco.

Questa mattina il premier Giuseppe Conte andrà in visita sul luogo del disastro, perché anche se il bilancio finale per fortuna dice poco, tutti hanno visto, e hanno capito. È una tragedia. Ma è stato anche un miracolo.

La visita

Ancora da stabilire perché il conducente non ha frenato. Oggi la visita del premier

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La porzione del ponte del raccordo di Casalecchi­o tra A1 e A14 crollato ieri pomeriggio a Borgo Panigale
(Ansa/ Polizia di Stato) Il viadotto La porzione del ponte del raccordo di Casalecchi­o tra A1 e A14 crollato ieri pomeriggio a Borgo Panigale
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 ??  ?? Le fiamme – provocate dall’incidente che ha coinvolto un’autocister­na carica di gpl – hanno trasformat­o l’autostrada A14 nella zona di Borgo Panigale in un inferno
Le fiamme – provocate dall’incidente che ha coinvolto un’autocister­na carica di gpl – hanno trasformat­o l’autostrada A14 nella zona di Borgo Panigale in un inferno
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(Ansa / Giorgio Benvenuti) Il parcheggio Le auto bruciate nel cortile di un concession­ario di Borgo Panigale
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(Ansa / Giorgio Benvenuti) Le macerie Un vigile del fuoco al lavoro tra i piloni semidistru­tti del ponte a Bologna

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