Salvini: così ho espresso la mia solidarietà a Daisy Osakue
Gentile dottor Pierluigi Battista, lei che è così prodigo di consigli, cosa le costa rileggere le agenzie di stampa e il suo stesso giornale prima d’accusarmi d’aver ignorato Daisy Osakue? Alla ragazza ferita dal lancio di uova a Moncalieri avevo espresso doverosa solidarietà. In particolare, il 30 luglio scorso avevo ribadito: «Ogni aggressione va punita e condannata, sono e sarò sempre a fianco di chi subisce violenza. Spero di incontrare Daisy e vederla gareggiare il prima possibile». Il mio auspicio era stato riportato sul Corriere della Sera del giorno dopo, a pagina 4. Tanto che il 31 luglio, ospite di alcune trasmissioni tv, Daisy aveva risposto alle mie parole accettando un incontro. Certo. Fin da subito avevo dubitato del movente razzista, esattamente come gli inquirenti. La scoperta dei colpevoli ha poi spazzato i dubbi e smentito i giornalisti italiani che strillavano al raid xenofobo: a tirare le uova era stato un gruppetto di ragazzi cretini («cretini e non razzisti»: così li ha definiti il padre di uno di loro, che peraltro è consigliere comunale del Pd). Che le costa rileggere le agenzie e il suo stesso giornale, dottor Battista? Perché dare l’impressione che una firma autorevole del Corriere della Sera sia animata da un’attenzione selettiva nei confronti del sottoscritto, così da potermi accusare d’aver ignorato Daisy? Allontani da sé questa sgradevole impressione. Faccia un gesto per ristabilire la verità dei fatti e ammetta che il suo appello al ministro dell’interno partiva da presupposti sbagliati. Che le costa, dottor Battista?
Cordialmente
Gentile ministro Salvini, io leggo con molta attenzione e apprezzo il giornale in cui scrivo. Certo non come lei, che lo legge e lo apprezza così tanto da ricalcare nella sua risposta, con ragguardevole ironia, le stesse formule lessicali della lettera aperta che le ho scritto. Per il resto ho appena fatto stampare su una t-shirt il volto della nostra atleta Daisy Osakue. Ne ordino un’altra anche per lei? O una felpa, se preferisce. Cordialmente, Pierluigi Battista © RIPRODUZIONE RISERVATA