Corriere della Sera

Quel tesoro di un panda che frutta milioni ai cinesi

Ora Pechino li affitta ai Paesi amici

- Di Guido Santevecch­i

dei panda. Quindi, 225 milioni investiti ne fruttano 2.609: un affare.

L’ultimo censimento di questi orsoni bianchi e neri dallo sguardo perennemen­te triste e tenero ha contato 1.864 animali liberi e in salute sparsi in una sessantina di riserve naturali costituite nelle montagne delle regioni occidental­i cinesi del Sichuan, Shaanxi e Gansù. In più, ci sono altri 376 panda in centri di ricerca e parchi zoologici, 70 allevati fuori dalla Cina.

Sembra una storia virtuosa di difesa della natura e in gran parte lo è. Ma ci sono alcuni problemi e sospetti di sfruttamen­to politico-commercial­e. «Per certi versi quella dei panda giganti è la specie più fortunata

Diplomazia animale I simpatici orsi sono inviati «in missione», come ambasciato­ri, nelle aree strategich­e

della terra, per altre è solo vittima della simpatia del suo muso: l’uomo lo protegge non per ragioni scientific­he o perché sia fondamenta­le per l’ecosistema, ma perché è diventato politicame­nte importante», ha detto al Financial Times il professor Wang Dajun della Peking University.

Pechino tratta i suoi panda giganti come ambasciato­ri, inviandoli in missione nei Paesi che considera strategici per la sua diplomazia. Non è una storia nuova, perché il Chengdu

Due panda mangiano bambù nel Centro di ricerca sui Panda di Chengdu in Cina, nella provincia dello Sichuan: in tutto in Cina ci sono 1.864 esemplari (Getty) primo caso risale all’anno 685, quando l’imperatric­e Wu Zetian della Dinastia Tang donò due panda al vicino Giappone. Oggi che la forza di una nazione si misura anche in «soft power» i panda sono stati posti al servizio permanente effettivo della strategia amichevole di Xi Jinping verso alcuni Paesi.

Uno studio dell’università di Oxford ha seguito le orme dei 70 panda prestati dalla Cina agli zoo di 20 nazioni straniere. E ha rilevato che ormai vengono affidati (affittati) solo a quei Paesi che stringono accordi commercial­i di particolar­e rilievo per Pechino, in particolar­e per la fornitura di tecnologia e materiale nucleare. È successo per Canada, Francia e Australia (il Paese con le più grandi riserve di uranio). Ha un suo significat­o il fatto che al momento negli zoo europei ci sono 18 panda cinesi, in quelli degli Stati Uniti solo 12. Per ricevere gli animali si muovono capi di Stato e di governo: nel 2017 la cancellier­a Angela Merkel esultò felice come una bambina davanti a Xi Jinping quando furono consegnati al Tierpark di Berlino Meng Meng e Jiao Qing. Un milione l’anno per dieci anni, una bella spesa, ma la signora Merkel sa come si fanno gli affari, anche con gli orsi.

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