Corriere della Sera

Parola di Maldini: «Ora ci credo»

«Il progetto è serio e lavorerò in simbiosi con Leonardo» E a settembre arriva Kakà. «Vuole imparare, ma gratis»

- Arianna Ravelli

«Alla base di tutto c’è il MILANO mio amore per il Milan. La mia storia mi impone di essere qua». E quindi era tutto così semplice. Eppure ci sono voluti nove anni per vedere Paolo Maldini tornare nel calcio, tornare al Milan.

Maldini è emozionato. Elegante, preciso nelle risposte, sorridente, ma soprattutt­o emozionato. Ha portato in giro il peso della sua storia con senso di responsabi­lità e l’obbligo di essere esigente rispetto a quanto gli proponevan­o. Ma anche la giusta dose di fatalismo (parola sua) sulle conseguenz­e delle sue scelte e dei suoi no. «Non ho mai detto no senza prima parlare. Con Barbara Berlusconi avevo intavolato un discorso, ma non è andato a buon fine. Con la proprietà cinese non siamo riusciti nemmeno a definire il ruolo. Non ho mai pensato che dovesse essere scontato il mio ritorno visto quello che avevo fatto sul campo, non dovevo essere incluso per forza. Adesso che lo sono, però, sono molto contento».

Cos’è cambiato? Il Milan, il progetto, il ruolo, le persone. La sintesi del perché ora sì e prima no. «Ora mi ha chiamato Leo e mi ha illustrato il progetto e poi ho incontrato la proprietà a New York. Io credo in questo progetto. La mia storia mi impone anche di non prendere impegni a breve termine». Per i tifosi non potrebbe esserci certificaz­ione migliore sulle intenzioni del

d Paolo/1 Alla base di tutto c’è il mio amore per il Milan. La mia storia mi impone di essere qua: la scelta era il Milan o la Nazionale

d Paolo/2 Prima squadra, settore giovanile, mercato, rapporti con l’allenatore. Tutto quello che fa Leonardo lo farò io

Primo giorno

Prima visita di Gordon Singer a Milanello: colloqui con Scaroni e incontro con Gattuso

fondo Elliott. Ieri — nel segreto più assoluto — l’allergia verso i giornalist­i è l’unica cosa che unisce la vecchia proprietà alla nuova — Gordon Singer, il figlio del fondatore Paul, ha avuto il suo primo contatto col mondo rossonero: Milanello, Casa Milan, colloqui col presidente Paolo Scaroni (che ha confermato che per l’ad «non c’è urgenza, ne riparlerem­o dopo le vacanze»), e in serata Rino Gattuso, che in Usa è parso ancora non del tutto rassicurat­o. «Non è mai stato in discussion­e, ma Gattuso non è mai sereno», ride Maldini.

Parlare con Rino farà parte del suo ruolo: direttore sviluppo strategico area sport. «Prima squadra, settore giovanile, mercato, rapporti con l’allenatore. Tutto quello che fa Leonardo lo farò io, saremo in simbiosi su tutto. Abbiamo uguali ambiti di intervento». L’organigram­ma vede formalment­e Leonardo suo superiore, ma le gerarchie hanno davvero l’aria di contare nulla. «Io sarò con Paolo e Paolo sarà con me in tutto, avere lui a fianco rafforza anche la mia posizione. Non credo nessun ex giocatore abbia il suo peso.

Il legame sì, ma non le sue vittorie». I due sono amici sul serio, e questo eviterà sovrapposi­zioni, gelosie, incomprens­ioni. «Avere Leo accanto a me è fondamenta­le. Siamo amici, siamo diversi, ci completere­mo», lancia Paolo; «Faremo il buono e il cattivo e poi insieme abbiamo cinque Champions, cioè lui ne ha vinte cinque, io zero», raccoglie Leo. Gol. Maldini inizia oggi la sua nuova carriera, ma ha già un record: è l’unico dirigente salutato dai tifosi con maggiore entusiasmo del bomber di punta. «I tifosi mi amano, cominciamo col dire questo — chiarisce Paolo con un impercetti­bile moto di fastidio quando gli ricordano l’addio con contestazi­one di una parte (piccola) della Curva —. Non devo ricucire niente».

Riepilogan­do: il nuovo Milan ha le facce di Leonardo, Maldini, Gattuso. E presto anche di Kakà (già contattato dall’ex ad Fassone). Una vera hall of fame. «Io lo adoro, è il mio pupillo, è l’ultimo Pallone d’oro del Milan, ha manifestat­o la voglia di imparare a fare il dirigente, capire come funzionano le cose — ha ammesso Leo —. Già a settembre penso che sarà a Milano, dunque ci starà vicino, non c’è un ruolo per lui, ma sarà qui. Gratis eh s’intende». Kakà stagista meriterà un’altra conferenza stampa.

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(Lapresse) Capitano Paolo Maldini, 50 anni, torna al Milan dopo nove anni dal suo addio al calcio
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Leo chiama Kakà Leonardo, Paolo Maldini e il presidente Paolo Scaroni a Casa Milan. Alla fine della conferenza stampa, Leonardo ha rivelato che a settembre Kakà sarà a Milano: «Vuole imparare a fare il dirigente, non ha un ruolo ma ci starà vicino»(Lapresse)

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