Corriere della Sera

C come caos: il campionato rischia di non partire

Rinviata la prima giornata. Caso Parma: giovedì l’appello. E il processo al Chievo slitta a settembre

- Carlos Passerini

Il calcio italiano è sempre più nel caos. Dopo la serie B, che a causa della sfilza di ricorsi in atto non ha nemmeno una data per la pubblicazi­one dei calendari, ora anche la C rischia di vedere slittare a chissà quando l’inizio dei campionati. La solita assurda estate. Che però stavolta rischia di finire male, malissimo, la prova è l’inquietant­e passaparol­a che da giorni circola nei palazzi del calcio: «Stavolta può succedere di tutto». Già. L’ultimo guaio giusto ieri quando il Consiglio direttivo della Lega Pro ha rinviato la prima giornata a inizio settembre convocando contestual­mente un’assemblea per il 22 agosto a Roma durante la quale si dovrà decidere «se iniziare o meno».

Somiglia molto a una dichiarazi­one di guerra quella del governo della terza serie nazionale. La quale, dopo le iscrizioni di Cavese, Imolese e Juventus U23 (Madama potrà quindi essere presente all’assemblea) e in attesa degli esiti dei ricorsi per i ripescaggi in B che coinvolgon­o Novara, Catania e Siena, denuncia un «clima di totale incertezza e precarietà del calcio italiano». Definizion­e corrispond­ente al vero, anche se la questione qui è chiarament­e politica. Alla base di tutto c’è infatti il durissimo braccio di ferro tra le componenti di Lega nazionale dilettanti, Lega Pro, Assocalcia­tori e arbitri che chiedono elezioni federali subito.

Proprio ieri il commissari­o Fabbricini ha inviato una lettera in cui conferma che la sentenza del collegio di garanzia del Coni «verrà seguita pedissequa­mente» al fine «di arrivare «nel tempo più rapido alla convocazio­ne dell’assemblea elettiva della Figc». Il collegio aveva stabilito che entro il 7 settembre il governo si dovrà esprimere sui nuovi principi informator­i varati dal Coni, altrimenti si potrà procedere alle elezioni con le regole contenute nel vecchio statuto. Tema caldissimo.

Il tempo intanto stringe. E i timori aumentano. La crisi è sempre più ampia e di fatto coinvolge ormai tutti, serie A inclusa. La serie B, in guerra con la Figc che ha respinto l’ipotesi di scendere da 22 a 20 squadre, minaccia di non giocare la prima giornata, il 25 agosto; giovedì il Parma ha l’appello contro il -5 per la vicenda degli sms di Calaiò; venerdì il Palermo è al collegio di garanzia del Coni per il caos della finale playoff di B a Frosinone che intanto però è già iscritto alla serie A; infine solo il 12 settembre ripartirà il processo al Chievo per la storia delle plusvalenz­e: significa che la A dei veneti è salva, da qui la rabbia del Crotone che sperava nel ripescaggi­o.

Pensare che doveva essere l’estate di Cristiano Ronaldo.

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In crisi ● Gabriele Gravina, 64 anni, presidente della Lega Pro dal 22 dicembre 2015

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