Corriere della Sera

«Ho avuto paura ma ho salvato tante persone»

Le forze dell’ordine: bruciavamo, ma abbiamo dato l’anima

- di Marco Imarisio

« Avevo paura, ero avvolto dalle fiamme e sentivo l’odore della mia carne che bruciava » . Riccardo Muci da Copertino, Lecce, 31 anni, è l’agente che con il suo intervento ha evitato che l’incidente sull’autostrada si trasformas­se in una strage.

BOLOGNA « Ma certo che avevo paura, ero avvolto dalle fiamme e sentivo l’odore della mia carne che bruciava, chi non ne avrebbe avuta? » .

Provateci voi, a rispondere allo stesso modo per cento volte alla stessa domanda preconfezi­onata, ti senti un eroe Riccardo?, mentre sei ricoverato nel reparto Grandi ustionati dell’ospedale Bufalini di Cesena, e hai la schiena, le gambe, le spalle e la nuca, insomma il 25 per cento del corpo, coperto da bruciature di secondo grado, che intanto si fanno sentire. « Eh, un po’ scotta » . La verità è che abbiamo tanto bisogno di buone notizie. L’ agente Riccardo Mucida Coperti no, Lecce, 31 anni, un matrimonio alle spalle, ex programmat­ore di volo Alitalia fino alla crisi del 2008, entrato in Polizia seguendo l’attrazione familiare per le divise, il padre Pantaleo è un sottuffici­ale dell’aeronautic­a in pensione, era la miglior notizia possibile, in una gerarchia dettata dalla vicinanza al fuoco, perché il coraggio, l’altro giorno sotto quel viadotto, l’hanno avuto in tanti. A riprova del fatto che i miracoli sono spesso un’opera collettiva.

Il racconto

« Con il mio collega eravamo impegnati nel servizio di Volanti sulla via Emilia. Quando abbiamo visto cosa era successo, io ho solo capito la situazione, e quel che sarebbe successo. Sapevo di avere poco tempo, perché ero certo che ci sarebbe stata un’altra esplosione. Sono sceso dall’auto e proprio sotto il ponte, lungo la via, era pieno di persone che facevano foto eri- prese. Erano all’ altezza del viadotto, addirittur­a si sporgevano per inquadrare meglio il camion, che da sotto mandava già piccole fiamme, era evidente che stava per saltare in aria. Io mi sono limitato a urlare, a fargli paura, a strattonar­e per mandare lontano quelli che non mi ascoltavan­o, mentre il mio collega bloccava la via con la Volante, e anche quella è stata una cosa importante. Davvero, non ho meriti particolar­i, e neppure ricordi da offrire, perché rivivo tutta quella scena in adrenalina, ho frammenti che scorrono veloci e non riesco a isolarne nessuno. Credo solo di aver usato bene quei quattro minuti tra la prima esplosione e quella pazzesca che è arrivata dopo » .

Le ferite

Se l’ è presa sulla schiena, mentre si s bracciava come per mandare ancora più lontano la gente che stava facendo fuggire .« Ho sentito un vento bollente che mi sollevava. Sono caduto, e mentre mi rialzavo mi sono accorto che la polo del lamia uniforme aveva preso fuoco, ho sentito un dolore pazzesco su tutta la schiena e le fiamme che mi avvolgevan­o. Ho cominciato a correre urlando a chi vedevo di seguirmi. Appena ho raggiunto la macchina il collega mi ha buttato addosso dell’acqua, sentivo che gridava “acqua, serve acqua”. Finché ce l’ho fatta ho dato una mano ai carabinier­i che stavano prestando soccorsi ai feriti, eravamo tutti insieme. Poi ho ceduto, avevo troppo dolore » .

Rispetto alla dinamica che si è realizzata possiamo ritenerci fortunati: è stato un terribile incidente, ma i feriti sono tutti in via di guarigione Giuseppe Conte presidente del Consiglio

Ora l’unica cosa che serve è stare accanto ai feriti e alle loro famiglie e ripristina­re la viabilità. Non c’è spazio per polemiche, chi le fa è uno sciacallo Stefano Bonaccini presidente della Regione Emilia- Romagna

Riccardo Muci

« Ho sentito il vento bollente che mi sollevava, la mia schiena era in fiamme »

Altri « eroi »

La Polizia chiama, l’arma dei Carabinier­i risponde, o viceversa. Ma questa non è una gara. L’unica competizio­ne è quella solita, tra le nostre due istituzion­i. Questi sono solo uomini, persone normali dalle vite normali, gente semplice che quasi si sorprende di essere mostrata in pubblico per aver fatto quello che molti, si spera, avrebbero fatto. Come i militari della caserma di Borgo Panigale, duecento metri in linea d’aria dalla zona dell’esplosione, tutti i vetri infranti. « Abbiamo fatto quel che dovevamo e volevamo, abbiamo dato l’anima » dice sovrappens­iero il maresciall­o maggiore Art uro Guidoni, che lunedì mattina era appena rientrato dalle ferie, mentre guarda la batteria di telecamere davanti a lui, ed è una frase bellissima. Ha la testa e altre parte del corpo fasciati da garze, ha un racconto diverso solo nei dettagli dagli altri, ma con lo stesso significat­o. « Abbiamo sgomberato la strada. In ogni modo possibile. Meno male. Perché davvero, è stato tremendo. A un passante davanti a me si sono anneriti gli zigomi all’improvviso. Il calore era intollerab­ile, mi stava per scoppiare la testa, così mi sono salvato sfondando la vetrata di un bar » .

Il maresciall­o ordinario Fabio D’ Alessio, romano del quartiere Laurentino, padre di un bimbo di otto mesi, ha anche le orecchie coperte da medicazion­i, che non riescono a coprire del tutto le piaghe. Il suo pari grado Emanuele Manieri si è bruciato anche i gomiti e appare intimidito da questa esposizion­e mediatica. « Nessuno poteva immaginare la violenza del- l’esplosione » . Il comandante della compagnia Elio Norino, con ustioni di secondo grado al cuoio capelluto, racconta come abbia aperto la caserma per dare riparo a chi fuggiva, poi si schermisce alla richiesta di informazio­ni personali. « Siamo tutti insieme, le singole storie non contano » .

Intanto all’ospedale di Cesena l’agente Muci ha ricevuto la telefonata del padre .« Bravo» gli ha detto. Esi sono commossi entrambi. La sua convalesce­nza sarà lunga. « Ma basta con questa cosa che si amo stati coraggiosi. Abbiamo fatto il nostro dovere. E avere paura non è certo un male. Anzi, la paura ci permette di tornare a casa » .

Elio Norino

« Volete sapere di me? Qui siamo tutti insieme, le singole storie non contano »

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In ospedale Il premier Giuseppe Conte all’ospedale Bufalini di Cesena visita l’agente di polizia Riccardo Muci coinvolto nell’esplosione dell’altro ieri sul raccordo tra la A1 e la A14 a Borgo Panigale

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