Corriere della Sera

Gpl, il gas pulito ma a rischio in viaggio su camion vecchi

In Italia se ne consumano tre milioni di tonnellate e mezzo l’anno Uno scontro tra due auto non può causare uno scoppio simile

- di Roberto Iasoni ( Afp/ Gianni Schicchi)

Sono quasi tre milioni e mezzo le tonnellate di gpl che vengono consumate in Italia ogni anno, divise fra l’auto ( 1.675.000 nel 2017; fonte: ministero dello Sviluppo economico) e la casa ( 1.683.000). I nume rispiegano l’ ingente traffico di cisterne: il mezzo schiantato­si contro un Tir sul raccordo tra la A1 e la A14 nei pressi di Borgo Pani galea ndava a rifornire una delle 4.078 stazioni di servizio del Paese. Tante, perché in circolazio­ne le auto con la bombola del gpl sono 2.309.020 ( a fine 2017: fonte Aci). Parliamo di una grossa fetta ( il 5,99 per cento) dell’intero parco auto.

Spiegazion­e? Il gpl è un gas infiammabi­le e con un minimo innesco esplode, per questo viene trattato con estrema cautela, eppure conviene. La miscela di idrocarbur­i gassosi che deriva sia dall’estrazione del gas naturale sia dalla raffinazio­ne del greggio ( la sigla sta per « gas di petrolio liquefatti » ) costa poco: meno di 70 centesimi il litro, contro in media 1,631 euro per la benzina e 1,503 per il Diesel. Ed è sostenibil­e: è l’alimentazi­one più pulita ( la CO2 è di oltre il 30 per cento inferiore a quella del Diesel). Si aggirano i blocchi alla circolazio­ne e si parcheggia anche nei garage sotterrane­i ( fino al - 1). L’unica cura è sostituire la bombola del gas ogni 10 anni.

In genere il trasporto di gpl avviene su camion, ma non è strano: l’ 86,5 per cento ( dato Eurostat) delle merci in Italia viaggia su gomma, più della media europea ( 76,4). E il disastro ferroviari­o di Viareggio del 2009 ( un convoglio di carri cisterna con gpl deraglia, 32 morti, 25 feriti...) suggerisce di non farsi illusioni sul trasferime­nto alla rotaia. Il problema semmai è l’ anzianità dei camion: « L’età media è di 11,3 anni — dice Franco Fenoglio, presidente della Sezione veicoli industrial­i Unrae —: in Europa, siamo fra i più vecchi. Così lo sforzo tecnologic­o dei costruttor­i viene vanificato: solo il 4,2 percento dei camion montai sistemi di sicurezza obbligator­i dal 2015. L’aebs ( la frenata automatica, ndr) e l’ldw ( avvisa quando si esce dalla corsia, ndr) » . Stando alle immagini di Bologna, non sembra proprio che l’autocister­na avesse la f renata automatica d’emergenza...

Perilr est oimezzich etrasporta noilgpl(unall est imento che può essere montato su autotelaio o su rimorchio e contiene anche 50 mila litri di combustibi­le) sono il prodotto di una regolament­azione severa: a dettare legge è l’accordo Adr, firmato a Ginevra nel 1957 e periodicam­ente aggiornato. Il serbatoio di acciaio saldato nasce in conformità con la direttiva europea T- Ped e la filiera progettazi­o- ne-realizzazi­one-collaudo viene sorvegliat­a dall’inizio alla fine. I mezzi devono soddisfare la norma Uni En 12493, che detta i materiali, la progettazi­one, i procedimen­ti di costruzion­e, le prove. Gli autisti hanno il « patentino Adr » , frutto di un’ impegnativ­a ecostante formazione. Senza contare che ogni anno la polizia stradale ferma 300 mila camion, e di questi più di cinquemila trasportan­o merci classifica­te come pericolose.

Eppure il violento urto dell’ autocister­na contro il Tir che la precedeva ha scatenato l’inferno. Potrebbero essersi verificate, dicono i vigili del fuo- co, due delle peggiori condizioni: scoppio per accensione di una pozza di gas ( pool fire) e perdita di vapori accesa da altre fiamme ( jet fire), che fa scoppiare il serbatoio. Scenario riproducib­ile anche in uno scontro fra auto? Gli esperti lo escludono. « Trenta- quaranta litri di gpl anziché 50 mila — spiega Alessandro Tramontano, presidente del Consorzio Ecogas —. Ma soprattutt­o sulle bombole delle auto ci sono quattro dispositiv­i di sicurezza: l’elettroval­vola di chiusura ( a motore spento il gpl rimane nel serbatoio), la valvola che limita il riempiment­o all’ 80 per cento ( per lasciare un cuscinetto d’aria), la valvola tarata alla pressione di 27 bar ( in caso di surriscald­amento permette una fuoriuscit­a controllat­a del gas) e il termofusib­ile Pdr ( fonde a 120° in caso di incendio e fa uscire il gas in modo che bruci poco alla volta, eliminando il pericolo dell’esplosione) » .

Il parco macchine

Le utilitarie che usano questo carburante sono una grossa fetta, il 6 per cento del totale

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Distrutte Una gru solleva i resti di una delle automobili distrutte dall’esplosione del Tir cisterna in autostrada

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