Perché solo un nuovo nome può sbloccare l’impasse
1 Il presidente della Vigilanza, Alberto Barachini, ha inviato una lettera al cda Rai per sollecitare una « nuova nomina del presidente » e chiede che non si proceda a nomine di direttori. Solo ordinaria amministrazione?
Poiché il rapporto tra Rai e Parlamento non si è perfezionato secondo le linee costituzionalmente dovute col mancato parere favorevole dei due terzi della commissione di Vigilanza, l’attuale consiglio di viale Mazzini si trova nella condizione di poter gestire esclusivamente l’ordinaria amministrazione e solo per gli atti indifferibili e urgenti. E dunque solo per gli atti privi di discrezionalità
2 La nomina di un direttore di telegiornale o di rete rientra negli atti discrezionali? Questo cda non può nominare direttori?
Le nomine sono espressione di quel rapporto particolare tra Rai e Parlamento. Il voto favorevole dei due terzi della Vigilanza sul nome del presidente è una condizione di garanzia perché attribuisce a quella figura un ruolo di equilibrio nei confronti sia della maggioranza che dell’opposizione. Senza un presidente nella pienezza dei suoi poteri le nomine, che rientrano proprio nell’ambito degli atti discrezionali, non possono essere effettuate
3 Pur essendo Servizio pubblico, la Rai resta una società per azioni che deve agire per non rischiare un dannoso immobilismo. Possiamo dire che è bloccata?
Si devono evitare tutti i rischi legati a uno stallo. La Rai è una società per azioni ma con un particolare legame col Parlamento che esprime appunto il voto necessario all’efficacia del presidente. Poiché questo è lo spirito della legge, ispirata alle note sentenze della Corte costituzionale in materia di servizio pubblico, dobbiamo dire che la Rai, in questo momento, è tecnicamente bloccata. (Ha risposto il professor Beniamino Caravita di Toritto, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico alla Sapienza di Roma)