La road map di Salvini: ricucire con Berlusconi e sciogliere a settembre il nodo di viale Mazzini
ROMA Nessuna tensione t ra Salvini e Di Maio, nessuna «irritazione» del premier Giuseppe Conte verso la caparbia ostinazione con cui Matteo Salvini continua a tenere bloccata ( e vuota) la poltrona di presidente della Rai. Eppure, salvo sorprese ferragostane e ormai improbabili « blitz » , la prima azienda culturale del Paese rischia di restare senza una guida legittimata dal Parlamento ancora per diverse settimane.
È vero che l’amministratore delegato Fabrizio Salini ha scritto al presidente della Vigilanza, Alberto Barachini, per ricordare co melari unione del cd adi oggi rechi all’ordine del giorno, al primo punto, la nomina del presidente. Ma è vero anche che quella missiva è stata letta ai piani alti di viale Mazzini come un « passaggio tecnico » , quasi una formula che consentirà ai consiglieri di trovare un modo per soprassedere.
Per quanti sforzi di persuasione abbiano fatto negli ultimi giorni Luigi Di Maio, Roberto Fico e lo stesso Conte, il vicepremier del Carroccio tiradritto sul nome delgiorn alista MarcelloFoa .« Io non mollo, tocca a noi — è il mantra del capo leghista con gli interlocutori —. Sulla Ra i non accetto invasioni di campo » . A dispetto dei pareri legali e della lettera con cui il presidente della Vigilanza ha stoppato le nomine e chiesto di risolvere il rebus della presidenza. E Di Maio, dichiarando che senza una intesa il presidente non c’è, ha di fatto scelto di andare avanti con la linea morbida: non belligeranza e rispetto del travaglio dell’ alleato, una posizione che investe un Cda a operatività assai limitata — per ragioni tutte politiche — della responsabilità di trovare una soluzione a un caso che imbarazza Palazzo Chigi e preoccupa il Quirinale.
Dietro i toni felpati e gli attendismi dei due azionisti di maggioranza del governo la tensione è fortissima e non solo sulla R ai. Per non pestarsi reciprocamente i piedi, M5S e Lega sospendono le decisioni e rimandano le soluzioni .« Per quanto miriguarda il cd a è pienamente operativo » , congela lo stato dell’arte Di Maio. E il « Capitano » del Carroccio finge di delegare ogni decisione alla politica, ben sapendo che tutti nel governo si aspettano una decisione da lui. Lo stallo potrebbe continuare per tutto agosto e risolversi soltanto dopo la pausa estiva, quando i bollenti spiriti ( forse) si saranno raffreddati.
Prima di allora però le rispettive diplomazie dovranno trovare un canale di comunicazione per rimettere in contatto Salvini con Silvio Berlusconi, i cui rapporti risultano ibernati dopo che l’ex premier, che in un primo momento aveva dato il via libera a Foa, è stato convinto dai « bi g » di Forza Italia a bocciare il candidato caro al ministro dell’interno. « Il presidente è fermo sul no e non si smuoverà » , sussurrano gli ambasciatori sulla via di Arcore. Ma Salvini non dispera di riuscire prima o poi a fargli cambiare idea.
Se non dovesse riuscirci, non gli resta che trovare un posto al sole per il presidente bocciato dalla Vigilanza, che si è dimesso dal Corriere del Ticino. Risolto anche questo problema, toccherebbe all’azionista, cioè al ministro dell’economia, indicare un successore del consigliere anziano. Il fatto è che Giovanni Tria, per quanto lo descrivano « preoccupato e imbarazzato » , si è tirato fuori, ricordando di essere un tecnico e di non poter essere tirato in ballo, in un momento così delicato per i conti pubblici, sul sensibilissimo dossier radio- televisivo. Al l i mite, se proprio dovesse rivelarsi decisivo, Tria potrebbe prodursi in una « moral suasion » per spronare la politica ( e il cda) a uno scatto di orgoglio. L’ultima spiaggia? La soluzione interna: promuovere a presidente un consigliere. E qui, ma solo sulla carta, il favorito è Giampaolo Rossi.