Corriere della Sera

Trump all’europa: «O l’iran o gli Usa»

In vigore le sanzioni, l’aut aut alle aziende straniere. Ma 100 multinazio­nali se ne sono già andate

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

WASHINGTON Subito lo scontro con l’unione europea. A novembre quello potenzialm­ente devastante con la Cina e con l’india. Donald Trump lo ha ripetuto ieri con untwe et: «Chi concluderà affari con l’iran, non ne farà più con gli Stati Uniti » . Il primo round di sanzioni, adottato lunedì 6 agosto dal governo americano, blocca tutte le transazion­i in dollari, il commercio e gli investimen­ti diretti nei settori industrial­i dell’auto, dell’aviazione, nonché le forniture di materie prime come acciaio e carbone.

Washington vieta alle imprese Usa ogni tipo di business con Teheran e obbliga le aziende straniere a scegliere: o il mercato iraniano o quello statuniten­se, cinquanta volte più grande. Il 4 novembre, invece, partirà l’attacco al nerbo del sistema iraniano: l’ esportazio­ne di petrolio. I due principali clienti sono Cina eIndia. Trumpè pronto a interrompe­re ogni relazione economica con le due potenze asiatiche? Per ora abbiamo solo il suo tweet: « Queste sono le sanzioni più corrosive mai imposte e a novembre alzeremo ancora il livello… Io sto chiedendol­a Pace nel mondo, nient’altro » .

Il presidente alterna, come sempre, sanguinose minacce e aperture al negoziato. La risposta ufficiale di Teheran, per il momento, è questa: « Trump è inaffidabi­le, non è possibile negoziare » . Da settimane si rincorrono voci di un possibile clamoroso summit tra « The Donald » e il presidente Hassan Rouhani. Intanto, però, le sanzioni sono una realtà con cui fare i conti.

L’ unione europea mantiene il punto politico. Conl’ accordo firmato nel 2015 da Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania, l’iran rinuncia all’atomica in cambio dello sviluppo di intense relazioni economiche. Ieri Federica Mogherini, Alto rappresent­ante dell’ue per affari esteri e sicurezza, ha dichiarato: « Stiamo facendo del nostro meglio per mantenere l’iran nell’accordo e per preservare i benefici economici che questo porta al popolo iraniano, nell’interesse della sicurezza nel mondo » . La Commission­e europea, inoltre, ha fatto scattare il cosiddetto« Regolament­o di blocco » che protegge le imprese europee dalle giurisdizi­oni straniere. Ma nel concreto, di fronte all’aut aut di Trump, questo scudo non serve a niente.

Bruxelles ha poi demanda- toag li Statim embrico me risarcire le imprese colpite dalle sanzioni europee. Ma anche qui la strada sembra segnata. Negli ultimi giorni diverse multinazio­nali, dalla francese Tota l alla danese Maersk(tr asporti marittimi ), hanno annunciato che lasceranno l’iran. « Sono già oltre 100 » fanno sapere dalla Casa Bianca. Le aziende italiane hanno in sospeso circa 20 miliardi di euro in investimen­ti diretti.

Trai gruppi coinvolti figurano le Ferrovie dello Stato ( commessa da 1,2 miliardi di euro per l’alta velocità), Enel, Saipem, Danieli, Fincantier­i, Pessina, Italtel, Belleli, Marcegagli­a, Fata spa, Sistema Moda Italia.

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