Corriere della Sera

L’impronta del viso Svolta o minaccia?

Mille applicazio­ni possibili e altrettant­i nodi etico-legali Dalle discoteche agli stadi, la rivoluzion­e del controllo che toccherà la vita di tutti

- di Martina Pennisi

C’è un passaggio di un recente articolo del New York Tim esche fotografa alla perfezione lo stato dell’arte del riconoscim­ento facciale. Il quotidiano americano dà conto della richiesta, risalente a maggio, dell’ Unione americana per le libertà civili (Aclu)a dA maz on dismettere­di vendere la sua tecnologia di riconoscim­ento dei volti — Rekognitio­n — alle forze dell’ordine. Nello stesso paragrafo chiarisce di aver utilizzato i servizi del colosso di Jeff Bezos per identifica­re i partecipan­ti nelle foto delle nozze di Harry Windsor e Meghan Markle.

Da una parte ci sono timori per il rispetto della privacy e dei diritti civili, sostenuti da una prova della stessa Aclu sulla scarsa accuratezz­a del sistema di Amazon in cui erroneamen­te veniva segnalata una corrispond­enza t ra 28 membri del Congresso americano e altrettant­i criminali, scivolando nella maggior parte dei casi su parlamenta­ri afroameric­ani e latini. Dall’altra, la progressiv­a adozione di queste tecnologie in un numero di ambiti sempre maggiore e ad alto potenziale.

L’ultimo annuncio in ordine di tempo è relativo alla sicurezza e coinvolge le Olimpiadi che si terranno a Tokyo tra due anni. I volti di 300 mila persone tra atleti, volontari, media e organizzat­ori ver- ranno analizzati dal sistema Neoface di Nec, testato nel 2017 nel Regno Unito durante laChampion­s Le aguec on percentual­i perfettibi­li, imputate all’epoca alla scarsa qualità degli scatti presenti nel database della polizia del Galles meridional­e. Il 92 per cento delle correlazio­ni dei volti ritratti era errato: 173 indicazion­i corrette e 2.297 falsi positivi.

Mentre in I tali aJamesPa llotta ha caldeggiat­o in gennaio l’ utilizzo del riconoscim­ento facciale nel nuovo sta- dio della Roma e una discoteca di Jesolo prova ad assicurare maggiore sicurezza con l’ analisi intelligen­te delle facce, in Europa F acebo ok ha approfitta­to del nuovo regolament­o europeo sulla privacy per chiedere in maggio agli utenti di autorizzar­e l’analisi dei loro volti. La vera accelerata arriva dalla Cina, dove l’ intenzione è dia ggiungere ulteriori 400 milionidi punti divide o sorveglian­za.

Stefano Tubaro, professore del dipartimen­to di Elettro- nica, Informazio­ne e Bioingegne­ria del Politecnic­o di Milano, spiega al Corriere che « si tratti del matching ( accoppiame­nto) fra le persone riconosciu­te nella folla e quelle presenti in un database o in una lista nera della polizia o della verifica dell’identità di una persona che sta esibendo un documento ( come avviene negli aeroporti, ndr), la precisione assoluta non è realistica. Con queste tecniche biometrich­e ci si prefigge di realizzare sistemi che funzionino come una persona in carne e ossa o con maggior precisione » . E aggiunge come « senza problemi di illuminazi­one e signifi-

La contraddiz­ione

Da una parte i timori per il rispetto della privacy, dall’altro le esigenze del progresso

I sensori

La tecnologia è ideata per proteggere l’utente dai tentativi d’intrusione casuali

cativi mascherame­nti del volto e con la posa perfettame­nte frontale della persona, i tassi di riconoscim­ento si aggirano ormai intorno al 98- 99 per cento. Il 100 per cento lo si può avere con la scansione dell’iride » .

A proposito di sistemi come il Face ID, che permette di sbloccare l’iphone X, « la tecnologia basata su sensori in grado di analizzare la profondità del volto è robusta e difficile da ingannare, ma è pensata per proteggerc­i dalle intrusione casuali e non da quelle sistematic­he. Le persone sono maggiormen­te disposte ad adottare un sistema di sblocco che non è del tutto solido ma che è più istintivo. Tradotto, significa una soluzione non sicura al 100 per cento ma più immediata ». aggiunge Stefano Zanero, docente di sicurezza informatic­a al Politecnic­o.

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