Corriere della Sera

IL DIAVOLO BUSSÒ A CASA DI SHARON

- di Paolo Beltramin

«Per favore, ti chiedo solo qualche giorno. Ti prego, lasciami vivere ancora due settimane » . Sharon Tate, 26 anni, incinta di 8 mesi e mezzo, pensava di passare la serata in casa con gli amici: suo marito, il regista Roman Polanski, a inizio agosto 1969 era a Londra per un sopralluog­o. Ma adesso lei è seminuda, in salotto, immobilizz­ata. « Non ne potevo più di sentirla implorare — racconterà Susan Atkins, che di anni ne ha 21, e un figlio di due — così le ho detto: senti, tu stai per morire, e io per te non provo nessuna pietà... Ero strafatta di acido » . La pugnala 16 volte, poi prende uno straccio, lo intinge di sangue e scrive sulla porta la parola « pig » , maiale. Prima di quella notte Susan Atkins e gli altri assassini non avevano mai incontrato Sharon Tate, né le altre vittime. Non sapevano nemmeno chi fossero.

La mattina del 9 agosto nella villa al 10050 di Cielo Drive, a Bel Air, gli agenti trovano cinque corpi senza vita. Tate, modella e attrice emergente, era nata a Dallas e da adolescent­e aveva vissuto in Veneto, seguendo il padre colonnello dell ’e s erci to di s t anza al l a caserma Ederle; quello tra la bellissima Sharon e il geniale Polanski, nel gennaio del 1968 a Londra, per i cinefili era stato il matrimonio dell’anno. Accanto a lei, distesi sul pavimento, vengono identifica­ti: Jay Sebri ng, i l parr ucchiere del l e star; Wojciech Frykowski, regista polacco; la sua compagna Abigail Folger, erede di un impero del caffè; fuori dalla porta Steve Parent, 18 anni, ragazzo delle consegne che passava lì per caso, ucciso con un colpo di pistola a bruciapelo.

All’una di notte del 10 agosto, Atkins e i suoi amici fanno irruzione a casa di Leno e Rosemary Labianca, proprietar­i di una catena di supermerca­ti. Dopo averli torturati e uccisi, imbrattano le pareti di insulti scritti con il sangue, e aggiungono due strane parole: « Helter Skelter » . Ad attenderli i n macchina questa volta c’è anche un altro uomo, il loro leader. Si chiama Charles Manson.

Per settimane i negozi di armi sono invasi da persone terrorizza­te. Warren Beatty, grande amico di Sebring, mette una taglia da 25 mila dollari sugli autori della doppia strage; Steve Mcqueen assume una guardia del corpo. Serviranno tre mesi agli inquirenti per arrivare alla pista giusta. Merito della stessa Susan Atkins: arrestata per un altro delitto, in cella racconta a due compagne le idee e le pratiche della Famiglia.

La Famiglia

Nato a Cincinnati, in Ohio, da una madre alcolizzat­a, cresciuto tra riformator­i e carceri, Charles Manson arriva a San Francisco a 33 anni, all’inizio del 1967, in tempo per la Summer of Love. Grande ammiratore dei Beatles, sogna di diventare pure lui una stella della musica. Riesce a i ncontrare Neil Young; per qualche settimana si installa a casa di Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys; ottiene un provino con il potente produttore Terry Melcher, figlio di Doris Day. Ma i suoi tentativi di diventare famoso sono tutti fallimenta­ri. In compenso ha carisma e un grande fascino sulle ragazze, così fonda una comunità hippie installata allo Spahn ranch, un vecchio set di film western abbandonat­o con la crisi del genere. Della Famiglia, come viene chiamata la comune, fanno parte una cinquantin­a di persone, per la maggior parte giovani donne in fuga dai mariti o dai genitori.

Si pratica il sesso di gruppo, ma soprattutt­o il culto della personalit­à del leader. Il ranch è a sole 25 miglia da downtown L. A., ma nessuno può rag- giungere la città. Non sono ammessi giornali, orologi né calendari. La sera, Manson si siede sopra una pietra con la sua chitarra: canta, prega, filosofegg­ia partendo dai manuali di Scientolog­y che ha letto in carcere. Nessuno parla senza il suo permesso. I soldi dei piccoli furti che ordina ai membri della Famiglia servono a procurare i viveri e l’lsd. La comune è rigidament­e maschilist­a: le donne non possono avere soldi, devono cucinare e fare i lavori più umili.

Nella sua autobiogra­fia Barbara Hoyt, testimone d’accusa al processo, racconta come è entrata nel gruppo: « Avevo litigato con mio padre, non ricordo nemmeno più per cosa. Ero scappata di casa e avevo fatto l’autostop. Mi presero due ragazze — una era Deirdre Shaw, figlia di Angela Lansbury — e mi portarono allo Spahn ranch. Mi accompagna­rono da Manson la sera stessa. Tirò fuori la chitarra, mi guardò negli occhi e cominciò a cantare Cease to exist. Faceva: “Bella ragazza, smetti di esistere... Vieni qui e dimmi che mi ami. Lascia il tuo mondo, perché io sono come te, io sono il tuo tipo”. Mi sentii subito accettata e compresa, senza condizioni. Ma voi ve lo ricordate cos’è avere 17 anni? » .

Helter Skelter

Nelle settimane prima delle stragi, Man son predica una nuova teoria: « Stiamo entrando nell’era dell’helter Skelter » . È il titolo di una canzone del White Album dei Beatles e secondo lui contiene una profezia segreta: sta per esplodere una guerra razziale e alla fine toccherà proprio a Manson portare il Nuovo Ordine. Ma prima bisogna accendere lo scontro, con una serie di delitti a caso. Così il guru chiama i seguaci più fidati e dà l’ordine di uccidere.

Da bimba Susan Atkins aveva cantato nel coro della parrocchia. Leslie Van Houten era stata la reginetta di bellezza della scuola; Charles « Tex » Watson alle superiori era un atleta e uno studente modello. Patricia Krenwinkel aveva fatto anche l’insegnante di catechismo.

Il processo si apre il 24 luglio 1970 e per il vice procurator­e Vincent Bugliosi la sfidasi annuncia difficile. Contro Manson non ci sono prove materiali e gli altri imputati sono disposti a tutto, anche alla sedia elettrica, pur di proteggerl­o. Fuori dal tribunale gli altri membri della Famiglia manifestan­o per mesi; hanno tatuata una croce sulla fronte ( più tardi Manson trasformer­à la sua in una svastica). La svolta arriva da Linda Kasbian, autista del gruppo: in cambio dell’immunità, rivelai dettagli dell’organizzaz­ione. Tutti gli imputati sono condannati a morte, ma il verdetto viene commutato in ergastolo perché la Corte suprema california­na abolisce la pena capitale ( sarà reintrodot­ta nel ‘ 78).

È nata una stella

Negli Stati Uniti non ci sono leggi che vietano di vendere magliette con la faccia di Manson: su Amazon se ne possono ordinare una trentina di modelli. I sociologi hanno scritto che al 10050 di Cielo Drive è stata uccisa l’utopia degli anni Sessanta; ma è anche nata l’icona pop del male assoluto. Nel 2019 uscirà il film di Quentin Tarantino sulla tragedia, l’ultimo di una lunga serie: C’era una volta a Hollywood. La sorella di Sharon, Debra, ha ottenuto che almeno non venga distribuit­o il 9 agosto, giorno del cinquantes­imo anniversar­io.

Scritto da Bugliosi dopo il processo, Helter Skelter è il libro di « True crime » più venduto della storia. I Beatles hanno spiegato che il titolo della loro canzone era ispirato sempliceme­nte allo scivolo di un luna park.

La figlia di Angela Lansbury, che non era stata coinvolta negli omicidi, è diventata proprietar­ia di un ristorante italiano a Los Angeles. Altri ex membri della Famiglia sono spesso ospiti in tv.

L’uomo che voleva diventare il padrone del mondo, o almeno una rockstar, è morto per un cancro al colon il 19 novembre 2017. Su Twitter, i baby boomer hanno cercato di spiegare ai millennial che « Rip, Charles Manson » , « Riposa in pace, Charles Manson » , non era il commento più appropriat­o.

Sharon Tate oggi avrebbe 75 anni; il suo cortissimo abito da sposa color avorio andrà all’asta il 17 novembre a Los Angeles. Non ha mai saputo che aspettava un maschio.

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Sopra, Sharon Tate con Roman Polanski. Sotto: Charles Manson scortato al processo; da sinistra: Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Leslie Van Houten sorridenti in tribunale
L’attrice, il regista e gli assassini Sopra, Sharon Tate con Roman Polanski. Sotto: Charles Manson scortato al processo; da sinistra: Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Leslie Van Houten sorridenti in tribunale
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