Corriere della Sera

No alla cortesia prêt-à-porter Ascoltiamo gli altri anche se non ci conviene

- di Maria Serena Natale msnatale@ corriere. it

In una scena di « The Square » , film tra i più interessan­ti del 2017, il protagonis­ta offre un hamburger a una mendicante. Senza cipolle, chiede lei. Lui però lo prende completo. Cortesia prêt- à- porter, costa poco ed evita conflitti di coscienza. In tempi di io dilatato e litigiosit­à universale, la gentilezza è dote rara ma anche di facile contraffaz­ione.

Troppo semplice andare incontro all’altro finché la sua domanda di riconoscim­ento non confligge con la nostra convenienz­a — o il nostro pregiudizi­o. Così al vicino di grigliata concediamo un sorriso solo finché non punta la nostra salamella. All’amico in pausa ( estiva) di riflession­e sentimenta­le diamo retta finché non cade nella sindrome di Tonino/ Lello Arena in « Scusate il ritardo » . Poi ci sono quelli che non staccano mai dal lavoro per non rischiare una violenta crisi d’astinenza. Ti placcano all’aperitivo e passano la serata a spiegarti come combattere­bbero il surriscald­amento climatico, sfonderebb­ero nello show business o brevettere­bbero un nuovo metodo per togliere i semini senza spolpare il cocomero ma purtroppo, per loro e per noi, il sistema non li valorizza e il vicino di scrivania li tormenta. Come scrive il teologo scozzese Ian Maclaren « ogni persona che incontri sta combattend­o una dura battaglia » . E allora proviamo ad ascoltare chi soffre di deficit di attenzione e a riscoprire l’interesse per l’altro, anche accettando­ne le mancanze.

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