GOVE E OSBORNE, LONTANI SULLA BREXIT MA VICINI SU WAGNER

Sono numerose le controindicazioni di un sistema, come quello britannico, nel quale una percentuale superiore al 75% di primi ministri e responsabili dei dicasteri più importanti degli ultimi 150 anni hanno frequentato tutti le stesse scuole e università, il circuito cosiddetto di «Oxbridge», cioè Oxford più Cambridge e pochi altri atenei. È un club ( nel Paese che il concetto di club l’ha inventato) che dà una poco simpatica idea di chiusura. Tutte controindicazioni vere. Un vantaggio, però, c’è. Riassunto da un video che su Youtube qualche tempo fa era diventato virale: Boris Johnson (Balliol College, Oxford, presidente della Oxford Union) che cita a memoria un lunghissimo passaggio, in originale, del primo libro dell’iliade, con notevole consuetudine non solo linguistica con il greco omerico ma anche con la metrica. Il vantaggio è che il politico medio appartenente a questa élite ha fatto ottimi studi. Ecco perché al lettore italiano faceva impressione ieri l’atteggiamento irrisorio della stampa britannica nei confronti dei due «ragazzi dell’opera», cioè il ministro dell’ambiente Michael Gove ( Lady Margaret Hall, Oxford) e l’ex Cancelliere dello Scacchiere George Osborne (Magdalen College, Oxford), entrambi conservatori. Gove e Osborne, molto amici, divisi da Brexit (il primo è un «duro», il secondo per il Remain e successore designato di Cameron se il referendum fosse finito diversamente) sono andati insieme a Bayreuth dove in quattro giorni hanno visto quattro opere wagneriane. I due compaiono spesso tra il pubblico di spettacoli operistici (Gove, scrittore e commentatore, ha parlato più volte della sua passione wagneriana). Gli inglesi li sfottono, vedendoli colpevoli di elitarismo. All’osservatore italiano sembra lodevole che due politici vadano (a proprie spese ovviamente) a vedere Lohengrin, Parsifal, Tristano e Isotta e I maestri cantori. Finito il resto delle vacanze in famiglia, Gove tornerà alla politica, Osborne andrà a insegnare economia a Stanford.