«Io, Cenerentola nera»
Pretty Yende: «Il mondo dell’opera sta cambiando Noi cantanti di colore possiamo uscire dai cliché»
Che sia bella ce l’ ha scritto già nel nome. Pretty Yende lo èd avvero: lunghi capelli neri, occhi luminosi, labbra impertinenti e una magnifica pelle scura. « Noi ragazze zulu siamo fatte così » ride la soprano sudafricana che in pochi anni ha conquistato le platee di tutto il mondo, dalla Scala al Metropolitan, da Londra a Parigi. E ora, sabato a Pesaro, sarà protagonista con Juan Diego Florez di Ricciardo e Zoraide, apertura del Rossini Opera Festival, regia di Marshall Pynkoski, Giacomo Sagri pan ti sul podio dell’orchestra Rai.
Titolo raro, riscoperto nel 1990 proprio a Pesaro, direttore Chailly, Zoraide J une Anderson.
«Ruolo c o mpl e s s o , u n a fanciulla africana che si innamora di un paladino cristiano. Un amore impossibile, e in più ci si mette Agorante, re della Nubia, furibondo perché l ei non vuole sposarlo. Pe r f o r t u na , Di o b e ne d i c a Rossini, c’è l’happy end » .
Amore i nte r r a z i a l e c he vi nce. D’altra parte, vi sto che Ricciardo è il bel Florez, come resistergli?
« Sono felice di aver ritrovato Juan Diego! Ci eravamo incontrati la prima volta a New York nel 2013 per Le comte Ory. Era il mio debutto al Met, mi sentivo nervosa e lui mi ha rassicurata, mi ha fatto ridere » .
Tornando a Zoraide, l’atmosfera è da favola ma il finale da brivido…
« Condannata a morte con il padre e l ’a mante, deve scegliere se salvare il primo o il secondo » .
E lei sceglie il padre…
« E fa bene. Gli amori passano ma il padre resta. L’uomo che sarà sempre al tuo fianco, che mai ti tradirà, è lui » .
Ne parla con cognizione di causa?
« Sarò sempre grata a mio padre Petro, il primo a liberare i miei sogni. Quando ho annunciato in famiglia che volevo studiare canto, erano perplessi. La mia cotta per l’opera era nata in modo un po’ strano, a 16 anni, con uno spot della British Airways che come musica usava il Duetto dei fiori della Lakmé di Delibes. Restai incantata, non immaginavo che l a voce umana potesse creare simili meraviglie. Voglio provarci anch’io, dissi a mio padre. Se senti che sia la cosa giusta vai, mi rispose » .
E l e i è vo l a t a v i a . Dalla cittadina di Piet Retief a Cape Town per studiare canto e poi Milano, all’accademia della Scala.
« La svolta della mia vita. L’accademia mi ha dato tantissimo, ho incontrato maestri eccezionali come Mirella Freni e Mirella Devia, ho capito che per cantare non basta la voce ma serve tutto il corpo e anche l’anima. Ho imparato l ’ i taliano, fondamentale per il repertorio belcantistico che frequento » .
E le ha aper-
to anche le porte della Scala.
« L’esordio con L’occasione fa il ladro e poi Le comte Ory. Rossini accompagna tutta la mia carriera, ma cantarlo qui a Pesaro, a casa sua, è un’emozione ineguagliabile » .
Intanto l’anno prossimo a Parigi sarà la prima Violetta nera. «Traviata» con Michele Mariotti sul podio.
« Violetta nera è l a prova che all’opera sta cambiando qualcosa. Che noi cantanti di colore possiamo uscire dai soliti ruoli di Aida o Carmen. Il mio primo Verdi. Violetta è una donna vera, richiede maturità di vita e di canto. Ho 33 anni, è arrivato il momento » .
I suoi sogni si realizzano sempre, non a c aso i l suo nuovo disco si intitola «Dreams » .
« Ho raccolto i sogni delle eroine dell’opera e anche i miei. La mia vita è una favola. Mi chiamano la Cenerentola nera ed è così. Ho sognato oltre i limiti, ma se ci credi i sogni diventano realtà. Tutto questo mi riempie di gratitudine e mi i nsegna i l valore dell’umiltà. Non sono una diva! Non lo sarò mai! Mi preme solo essere umana » .
È stata fortunata, l’italia l’ha accolta bene.
« La mia casa è a Milano, la mia seconda città. Ma quando vedo per strada altre persone con il mio stesso colore di pell e c he te ndono l a mano, o quella gente sui barconi, tutti con i loro sogni… Mi torna in mente il mio Paese, gli anni terribili dell’apartheid. I miei genitori l’hanno vissuto. Siamo nel 2018, il mondo è diventato piccolo, siamo tutti connessi ma non tutti siamo uguali. Ma se il colore della pelle è diverso, quello del sangue è lo stesso » .
La mia vita è una favola. Ho sognato oltre i limiti, ma se ci credi i sogni diventano realtà Questo mi insegna il valore dell’umiltà