Corriere della Sera

Gipi e la storia (vera) del fan seriale

Il regista a Venezia con «Il ragazzo più felice del mondo»: racconto i dubbi di un illustrato­re

- Stefania Ulivi

Nella sua opera prima, L’ultimo terrestre, i protagonis­ti si trovavano in balia di un’invasione aliena. Nel secondo l ungometrag­gio, Il ragazzo più felice del mondo, in programma a Venezia 75, sezione Sconfini, Gipi racconta una storia vera. Vera ma incredibil­e. Supportata dai racconti di tanti, al pari di lui, protagonis­ti involontar­i. In principio, una lettera scritta a mano da un ragazzino. Gipi, al secolo Gian Alfonso Pacinotti, autore di fumetti, il primo a ricevere una candidatur­a al premio Strega ( nel 2014 con Unastoria), la ricevette vent’anni fa. « Ero agli inizi del mio percorso di fumettista — racconta — allora non mi considerav­a nessuno. Apro la busta e leggo lodi incredibil­i. Allegato c’e un cartoncino bianco con francoboll­o. Se mi mandassi un tuo schizzo, dice l’autore, Francesco, 15 anni, sarei il ragazzo più felice del mondo » .

Salto di vent’anni. Siamo al 2017. « Su Facebook un mio amico e collega posta una foto con la lettera di un ragazzino di 14 anni che gli dice che lui è Sul set

Una scena del nuovo film di Gipi, « Il ragazzo più felice del mondo » il suo autore preferito. Stessa calligrafi­a, stesse parole scritte a me nel 1997. Lo contatto e poi scrivo a tutti gli autori di fumetti. La mattina dopo ho c i nquanta messaggi , f oto , scansioni » . Un ammiratore seriale che da più di vent’anni manda lettere a tutti gli autori di fumetti italiani spacciando­si per una ragazzino. « I l r accontator­e patologico di storie che è in me si mette in moto. Volevo trovarlo, caricare su un pullman tutti quelli a cui aveva scritto e fargli passare la giornata più bella della s ua vi t a. E gi r are un documentar­io buffo » .

Il risultato di quella scoperta e della successiva ricerca è il fim che lo riporta a Venezia. « A un certo punto ho mandato le lettere a una grafologa. E quando abbiamo ricevuto il profilo psicologic­o dell’autore la storia ha preso una strada tutta sua. E film man mano si staccava dal documentar­io e diventava fiction. Dove racconto uno come me, che nei fumetti ha raccontato madre, padre, sorelle, amori, amici senza pudore o vergogna e si trova a 54 anni preso dal dubbio se sia lecito o meno usare ● Gipi, nome d’arte di Gian Alfonso Pacinotti, ha 54 anni ed è nato a Pisa. È il primo fumettista ad essere stato candidato al premio Strega, nel 2014 con « Unastoria » . Il suo esordio alla regia è del 2011 con « L’ultimo terrestre » . È anche l’autore dei corti di « Propaganda Live » su La7 gli altri per raccontare » .

Come sempre nel caso di Gipi — che anche il pubblico televisivo ha imparato a conoscere, grazie ai suoi corti per Propaganda live in onda su La7 — la realtà non ha confini netti. Nel cast ha radunato gli amici che nella vita fanno altro, chiamato a raccolta fumettisti, la moglie Chiara e il suo produttore ( e amico) Domenico Procacci nei panni di se stesso. Non mancano incursioni di attori profession­isti, come Jasmine Trinca e Kasia Smutniak, amiche anche loro.

Girare L’ultimo terrestre fu come prendere la patente, ricorda. « Questo, in compenso, è come f are l a Parigi Dakar con una 500. Veramente un film pazzo » . C’è dentro quasi tutto il suo mondo. « Manca una cosa che però è l ’a rgomento numero uno della mia esistenza, l’immigrazio­ne. Per quanto i sostenitor­i di Salvini amino definirsi gli i taliani, anche io sono italiano: voglio pensare che potremo ancora essere chiamati brava gente » .

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Il profilo
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