Le ragioni della scienza e le aggressioni oscurantiste
Solo qualche mese fa nessun medico avrebbe mai pensato di trovarsi a lavorare nel clima di questi giorni, alimentato da una vampata di oscurantismo fuori tempo e senza senso, tra aggressioni fisiche e lapidazioni via web. Ci ritroviamo così inaspettatamente a difendere la scienza e la ragione nel ventunesimo secolo. E non si tratta solo delle fake news che con incosciente superficialità vengono quotidianamente propinate ormai un po’ ovunque, ma del tentativo di far prevalere lo storytelling e la chiacchiera da bar al sapere scientifico. È come se secoli di cultura della conoscenza si fossero improvvisamente sgretolati liquefacendosi di fronte a una nuova ignoranza che nessuno di
Le differenze
La politica è una cosa il sapere scientifico un’altra: è bene non confonderle
noi era pronto a fronteggiare. A chi, a pieno titolo, difende le ragioni della scienza viene garantito il pubblico ludibrio mentre la figura del medico, un tempo intoccabile perfino in stato di guerra, è così indebolita da essere oggetto di aggressioni sempre più frequenti. Alla forza del sapere e dei dati si risponde con la violenza fisica e verbale. È grave che un deputato della Repubblica, al di là del suo partito di appartenenza, affermi con noncuranza che la politica non può prendere ordini dalla scienza: a chi allora bisognerebbe rivolgersi per risolvere questioni sanitarie o di ricerca? Forse è bene ricordare che ci fu un tempo durante il quale erano gli scienziati a dover sottostare alle leggi della politica e della Chiesa, ma dover andare con la memoria a Galileo ci sembra eccessivo per la grettezza dei giorni nostri. Tuttavia se non si pone un argine a questa rovinosa deriva ci troveremo a discutere se sia più conveniente l’uso degli antibiotici o delle sanguisughe, mentre conteremo i morti nelle corsie ospedaliere.
Le opinioni e la politica sono una cosa, il sapere scientifico e la conoscenza un’altra, è bene non confonderle e non scambiare gli interlocutori.