Corriere della Sera

Hawke racconta il maledetto del country

Il regista a Locarno per «Blaze», storia di un musicista: «Metto in mostra l’origine della creatività»

- Maurizio Porro

Rieccoci a Nashville, uno sparo nel buio: cinema e musica si risposano alla grande nel Midwest, stavolta però non si uccide sul palcosceni­co, come nel film di Altman, ma a porte chiuse. Una cupa sera del 1989, fu assassinat­o Blaze Foley, e la sua ultima frase fu: «Non lasciatemi morire». Il cantautore di musica outlaw country texana contro il resto del mondo che non l’aveva mai troppo apprezzato: solo 10 anni dopo alcuni suoi pezzi furono pubblicati, ma la sua influenza sui giovani aumenta a dismisura perché raccontava il quotidiano. Fu un personaggi­o misterioso e vagabondo, si amava e si odiava, frequentav­a l’alcol, non voleva diventare una star ma una leggenda (l’optional dell’eternità…) e oggi rivive Texano Ethan Hawke, 47 anni, è attore, regista, sceneggiat­ore e scrittore nel bellissimo bio-film di Ethan Hawke Blaze, il titolo più emozionant­e del Festival.

L’oggi 47enne Hawke, texano purosangue, prossimo a fare in teatro True West di Sam Shepard, sposo di Uma Thurman surclassat­a poi dalla baby sitter dei suoi 4 figli, nel 1989 aveva solo 19 anni. Debuttava nell’attimo fuggente di Peter Weir: «Sembra ieri, andai a Venezia con quel film. Girando Blaze mi chiedevo spesso che cosa stessi facendo mentre lui quella notte moriva».

Avete fatto indagini su Foley, classe 1949, il cui nome vero era Michael David Fuller? «Abbiamo messo insieme un cast di esperti musici, col compositor­e Ben Dickey, Alia Shawkat, John Hamilton divo della serie Netflix 13 e il chitarrist­a di Bob Dylan, Charlie Sexton. Il mondo non conosce Blaze, ma ci ha aiutato a guardare indietro con ricordi, appunti, foto. Sybil Rosen, il suo grande amore, visse con lui in una casa sull’albero e ci scrisse sopra un romanzo. Si intreccian­o presente, passato e futuro, la vita sua e dettagli della mia, un miscuglio misterioso che si nutre della relazione forte che ho con la musica. Volevo raccontare l’origine della creatività, come la vita penetra nell’arte. Così siamo andati a esplorare tutti i bar della Louisiana, perché Blaze faceva musica dal vivo e ci voleva il posto giusto: il suo spirito c’era e intatto, abbiamo creato un’atmosfera spontanea,

Digitale

«Sento l’influenza del cinema anni 70 e di quelle vite non oppresse dal digitale»

quasi fuori controllo ma così abbiamo protetto l’immagine raccontand­o tutta la verità e completand­ola con emozioni nostre».

Hawke, quattro nomination agli Oscar, quattro film da regista, due romanzi e la saga innamorame­nto e amore di Prima dell’alba di Linklater confessa di amare quel grande cinema Usa anni 70 di Altman, Penn, Peckinpah. L’apparizion­e di Kris Kristoffer­son, ruolo di padre demente, la dice lunga: «Sento l’influenza di quei film e di quelle vite non oppresse dal digitale, imperfette ma vive, quell’energia cruda. Oggi subiamo l’avanzare della tecnologia pure nella scrittura. Racconto la vita bohémien di un musicista country per restituirl­e il giusto valore, perché mi interessa più della leggenda. Credo che ogni vita sia politica, almeno per noi del Texas. E dire la verità è politico: se sventolo la nostra bandiera non voglio vederci sopra nazionalis­mo o guerra ma solo amore».

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 ??  ?? La storia ● «Blaze», di Ethan Hawke, racconta la vita di Blaze Foley (1949-1989, foto), misconosci­uto cantautore di musica outlaw country texana. Vagabondo e misterioso, suonava nei bar di Austin. Fu ucciso in circostanz­e non chiare
La storia ● «Blaze», di Ethan Hawke, racconta la vita di Blaze Foley (1949-1989, foto), misconosci­uto cantautore di musica outlaw country texana. Vagabondo e misterioso, suonava nei bar di Austin. Fu ucciso in circostanz­e non chiare

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