Corriere della Sera

Dalai Lama, l’ora della succession­e

L’istituzion­e potrebbe finire. Modi promette a Xi una svolta

- di Guido Santevecch­i

Secondo fonti indiane il Dalai Lama, 83 anni, è malato di cancro alla prostata e tra pochi giorni andrà in Svizzera per sottoporsi a radioterap­ia: «La sua vita non durerà molto». L’india e la Cina sarebbero in trattative per la difficile succession­e. Tra le ipotesi è che l’istituzion­e del Dalai Lama potrebbe finire.

Fonti indiane sostengono che il Dalai Lama è malato di cancro alla prostata, dicono che tra pochi giorni andrà in Svizzera per sottoporsi a radioterap­ia e concludono che «la sua vita non durerà molto». Il medico del sant’uomo smentisce le voci bollandole come «fake news». Ma siccome comunque il Dalai Lama ha 83 anni, le grandi manovre per il trapasso sono cominciate.

Secondo indiscrezi­oni il governo di New Delhi si sta preparando alla fine del grande rifugiato, che ospita da 60 anni a Dharamsala con il «governo tibetano in esilio», e pensa di utilizzare la scomparsa del leader spirituale dei tibetani per migliorare i rapporti storicamen­te tesi con la Cina. Ad aprile il premier indiano Narendra Modi ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping e secondo informazio­ni passate all’agenzia Nikkei gli ha rivelato le condizioni di salute del Dalai Lama e detto come cambierà l’atteggiame­nto dell’india dopo la sua morte.

Per motivi umanitari ma anche strategici l’india dal 1959, anno della fallita insurrezio­ne contro il governo cinese in Tibet, ha accolto oltre 130 mila profughi, consentend­o che a Dharamsala si costituiss­e il governo in esilio e si stabilisse in un tempio Tenzin Gyatso, il 14° Dalai Lama. Pechino non apprezza l’ospitalità indiana a quello che considera un leader separatist­a e feudale. Ora, per cercare di migliorare i rapporti con la Cina, Narendra Modi ha promesso a Xi Jinping una svolta: intanto il flusso dei rifugiati è quasi finito, con solo 57 nuovi accolti nel 2017; poi alla massa di tibetani in India è stato consigliat­o di chiedere la cittadinan­za; e al governo tibetano in esilio è stato suggerito di abbassare il profilo per non turbare oltre misura Pechino. In cambio, Modi conta che diminuisca la pressione militare cinese sulla lunga frontiera himalayana contesa tra i due giganti dell’asia.

Il 14° Dalai Lama ha abbandonat­o da tempo ogni ruolo politico, forte del suo prestigio come leader del buddismo tibetano e del Nobel per la Pace che gli è stato conferito nel 1989. È fatale che il 15° Dalai Lama non possa avere la sua stessa forza carismatic­a e quindi la causa tibetana sarà meno affascinan­te, anche per gli occidental­i probabilme­nte. Se ne rende conto anche Sua Santità, che già nel 2014 è arrivato a ipotizzare la fine dell’istituzion­e, dopo la sua morte terrena, e ha invitato i seguaci a non cercare la sua reincarnaz­ione. Nessun 15° Dalai Lama significhe­rebbe cristalliz­zare il tempo del Tibet all’era del 14°, fermando i tentativi cinesi di trovare un successore gradito. E difatti Pechino ha risposto a mezzo stampa alla sortita di Sua Santità: «Nella storia la reincarnaz­ione del Dalai Lama non è mai stata una questione puramente religiosa nè tanto meno personale. Il buddismo tibetano non appartiene al Dalai... lui invecchia e si preoccupa per il suo governo in esilio, sempre più irrilevant­e, per questo cerca pubblicità con il discorso sulla fine della reincarnaz­ione», scrisse il Global Times, quotidiano nazionalis­ta cinese sostenendo che «la decisione sulla reincarnaz­ione spetta a Pechino» (dichiarazi­one sorprenden­te per un governo che si proclama ateo).

Vere o «fake» che siano le notizie sulla malattia grave, il Dalai Lama l’8 agosto ha tenuto un discorso che ha acceso il dibattito storico a New Delhi.

Il leader tibetano ha sostenuto che la divisione sanguinosa tra India e Pakistan nel 1947 fu colpa di Nehru, che «per egocentris­mo» non accolse il suggerimen­to di Gandhi di designare premier unitario il musulmano Mohammed Ali Jinnah, quando i britannici concessero l’indipenden­za. Di fronte alle polemiche e alle accuse di ignoranza il Dalai Lama, che pure conobbe bene Nehru il quale da primo ministro indiano lo accolse nel 1959, ha chiesto scusa. E subito ha donato al mondo questo pensiero psicologic­o e spirituale: «L’uomo sacrifica la salute per arricchirs­i. Poi sacrifica la ricchezza per recuperare la salute. E diventa così ansioso sul futuro da non godere del presente, così non sa vivere né nel presente né nel futuro. Vive come se non dovesse mai morire e poi muore senza aver davvero vissuto».

I Paesi vicini

La possibile scomparsa del leader spirituale tibetano migliorere­bbe i rapporti diplomatic­i

Senza guida

Il monaco già nel 2014 invitava i seguaci a non cercare una sua reincarnaz­ione

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Tenzin Gyatso, nato Lhamo Dondrub (83 anni) monaco buddhista, e XIV Dalai Lama
 ??  ?? L’uscita Due monaci tibetani aiutano il Dalai Lama a salire le scale.Il leader tibetano, 83 anni, secondo indiscrezi­oni sarebbe malato di cancro alla prostata e tra pochi giorni arriverebb­e in Svizzera per curarsi. Il 14° Dalai Lama ha lasciato da tempo ogni ruolo politico, forte del suo prestigio come leader del buddismo tibetano e del Nobel per la Pace che gli è stato conferito nel 1989 (Ap/ashwini Bhatia)
L’uscita Due monaci tibetani aiutano il Dalai Lama a salire le scale.Il leader tibetano, 83 anni, secondo indiscrezi­oni sarebbe malato di cancro alla prostata e tra pochi giorni arriverebb­e in Svizzera per curarsi. Il 14° Dalai Lama ha lasciato da tempo ogni ruolo politico, forte del suo prestigio come leader del buddismo tibetano e del Nobel per la Pace che gli è stato conferito nel 1989 (Ap/ashwini Bhatia)

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