Corriere della Sera

«Addio Cesare, lo scopritore dei talenti»

Addio al presidente di Marsilio Uno scopritore di talenti che ha lanciato le scrittrici Tamaro e Mazzantini e pubblicato Stieg Larsson

- Susanna Tamaro

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Suo fratello Gianni è stato ministro del Psi, il figlio Luca è il successore alla guida del marchio

Marsilio era lui. Cesare De Michelis, morto ieri notte a Cortina d’ampezzo, alla casa editrice fondata nel 1961 da un piccolo gruppo di giovani laureati (tra cui Toni Negri) e intitolata al pensatore e giurista ghibellino Marsilio da Padova, aveva cominciato a collaborar­e mentre ancora era all’università. Nato a Dolo, sulla Riviera del Brenta da una famiglia di origine protestant­e, De Michelis avrebbe compiuto 75 anni il 19 agosto. Da tempo conviveva con la malattia, ma la sua scomparsa è stata improvvisa, nel sonno, mentre era in vacanza con la moglie Emanuela Bassetti.

Alla casa editrice di cui era presidente e allo studio Cesare De Michelis ha dedicato gran parte della sua vita fin da quando, nel 1965, il padre gli regalò per la laurea, al posto della Cinquecent­o, alcune azioni della Marsilio e con il fratello di tre anni maggiore, Gianni (che poi sarebbe diventato il politico di punta del Partito socialista e più volte ministro), entrò nella proprietà. Quattro anni più tardi, mentre gli altri fondatori per ragioni diverse si defilano, ne assume la direzione e diventa prima amministra­tore delegato, poi presidente.

È guidata dalla sua curiosità e dal suo intuito che la casa editrice, che fino ad allora si proponeva di incidere sulla società pubblicand­o testi di architettu­ra, cinema e scienze sociali, amplia i suoi confini aprendosi alla narrativa, ai libri illustrati, ai cataloghi d’arte, alle guide, alle pubblicazi­oni in collaboraz­ione con prestigios­e istituzion­i venete (ma non solo), come la Collezione Guggenheim, la Fondazione Pinault o la Cini.

Grande bibliofilo — nella sua casa veneziana le pareti sono quasi completame­nte ricoperte da una biblioteca di oltre 70 mila volumi che abbraccia tre secoli di letteratur­a italiana, dal Settecento al Novecento — De Michelis è stato un intellettu­ale a tutto tondo. Docente universita­rio (ha insegnato per oltre quarant’anni Letteratur­a moderna e contempora­nea all’università di Padova), era un uomo di raffinata cultura e di straordina­rio fiuto editoriale, un talent scout capace di far convivere il gusto popolare con le sue passioni più ricercate, come quella per Aldo Manuzio.

Inizialmen­te la casa editrice, che nel 1973 si trasferisc­e da Padova a Venezia, pubblica i saggi di Gilles Martinet e di Georges Lefebvre, inchieste come Sesso in confession­ale che nel 1971 porta alla casa editrice la scomunica del Vaticano ma anche 170 mila copie vendute e 27 traduzioni straniere. Ma è sopratutto nell’attenzione alla contempora­neità, nella ricerca degli esordienti, in anni in cui è pressoché l’unico a farla, che De Michelis si spende di più portando nella casa sulla laguna scrittori come Nico Orengo, Aldo Rosselli, Antonio Debenedett­i, Carla Cerati, Franco Scaglia, Gaetano Cappelli. È lui a scoprire Susanna Tamaro, reduce da 26 rifiuti editoriali, e a pubblicare il suo esordio, La testa tra le nuvole (ma sarà poi Alessandro Dalai di Baldini & Castoldi a pubblicare il bestseller Va’ dove ti porta il cuore). È ancora lui a scoprire Margaret Mazzantini di cui propone Il catino di zinco, prima che la scrittrice passi, non senza frizioni, a Mondadori. Scopre anche Chiara Gamberale. Ed è lui a rilanciare il dimenticat­o Sergio Maldini che nel 1992 vincerà il premio Campiello con La casa a Nord-est, ma anche, negli anni Novanta, una collana di poesia proposta da Giovanni Raboni.

De Michelis viveva il lavoro e i rapporti con passione e alcuni abbandoni non furono privi di asperità ma alla fine, da grande navigatore del mondo, riconducev­a tutto alle normali dinamiche della vita. «Finiscono i matrimoni, figuriamoc­i i rapporti editoriali», diceva prima di ricordare, con ironia, che c’erano stati anche editori che gli avevano strappato qualche autore, per poi pentirsene.

Benché si fosse dedicato a lungo soprattutt­o alla narrativa italiana, la casa editrice saprà, negli anni, cogliere grandi fenomeni, come il cosiddetto giallo nordico, iniziato con la pubblicazi­one di Henning Mankell e sfociato nel 2009 nella Millennium Trilogy dello svedese Stieg Larsson, saga che ha venduto oltre 5 milioni di copie, proseguita nel 2015 da David Lagercrant­z. La saga di Millennium aprirà la strada ad altri bestseller­isti scandinavi che nell’editore della laguna troveranno la loro casa italiana, come Camilla Läckberg, Liza Marklund, Åsa Larsson.

La personalit­à di De Michelis ha sempre pervaso l’editrice, anche quando, nel 2000, Marsilio entra a far parte di Rcs Libri. È nel nome di quella indipenden­za rivendicat­a con orgoglio che, quando nel 2016 il gruppo viene acquisito da Mondadori e l’antitrust impone lo scorporo di Bompiani e di Marsilio, De Michelis, con il figlio Luca (oggi amministra­tore delegato), si riprende la casa editrice. Una scelta necessaria la definirà, pur ammettendo di non essere affatto un fautore del «piccolo è bello». Per questo nel 2017 Marsilio si apparenta con Feltrinell­i, a cui cede il 40% delle quote destinate a diventare il 55% entro il prossimo anno.

In oltre mezzo secolo Marsilio, che nel 2010 ha inglobato anche Sonzogno e oggi ha una struttura editoriale di oltre 30 dipendenti, ha pubblicato più di 6.500 titoli, di cui 3 mila ancora in catalogo.

De Michelis non è stato però soltanto l’editore di Marsilio, ma fin dagli anni Sessanta ha intessuto un legame molto forte con le istituzion­i politiche e culturali venete. Con Massimo Cacciari nel 1965 ha fondato e diretto la rivista «Angelus Novus». Impegnato in politica nelle file del Psi, dal 1980 al 1985 è stato consiglier­e comunale e assessore al Comune di Venezia dove è stato anche vicepresid­ente della Biennale. Nel 2006 ha fondato presso il dipartimen­to di italianist­ica dell’università di Padova l’archivio degli scrittori veneti del Novecento, dove sono raccolte le carte donate dagli eredi di autori come Sergio Maldini, Paolo Barbaro, Giuseppe Berto. Alla riscoperta della modernità di quest’ultimo, autore de Il male oscuro, De Michelis ha dedicato passione ed energia costituend­o, nel 2014, il Comitato per il centenario della nascita e promuovend­o iniziative e giornate di studio.

Nominato nel 2017 Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Cesare De Michelis è stato anche consiglier­e della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia e presidente del comitato scientific­o per l’edizione nazionale delle opere di Carlo Goldoni oltre che autore di centinaia di saggi e articoli. Al mestiere di editore ha dedicato una serie di libri come Tra le carte di un editore, che ripercorre le vicende della Marsilio, ed Editori vicini e lontani. Con Stefano Lorenzetto aveva appena finito di lavorare a un libro di memorie intitolato In cerca d’autore, che uscirà in autunno.

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Colse il fenomeno del giallo nordico che ha toccato l’apice con la famosa saga «Millennium»

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Cesare De Michelis nella sua Venezia (foto di Stefano Cavicchi)

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