Corriere della Sera

«Partite Iva, salirà il numero di quelle senza controlli fiscali Primi sgravi Irpef nel 2019»

- Mario Sensini

«L’iva? Non aumenterà, studiamo solo un piccolo riordino, non per fare cassa. La flat tax? Si comincia con le partite Iva, ma potremo annunciare un piano pluriennal­e per la riduzione dell’irpef già sui redditi del 2019. Le detrazioni? Anche lì semplifich­eremo e riordinere­mo, non tagliando le agevolazio­ni più importanti». Massimo Bitonci, sottosegre­tario all’economia per la Lega Nord, fa il punto sulla manovra economica. Dove il passaggio cruciale, benché lui sia lì proprio per seguire la «rivoluzion­e tributaria» con la pace fiscale, «che si farà perché è giusto mettere un punto quando si cambia sistema», sarà la spinta sugli investimen­ti pubblici. «Nella Commission­e creata dal ministro Tria stiamo facendo un lavoro impression­ante, una “due diligence” sugli investimen­ti pubblici, dall’anas ai Comuni. Ci sono decine di miliardi stanziati e fermi. Attivarli sarà la vera manovra per lo sviluppo».

Ci dia qualche numero.

«Solo sul sistema ferroviari­o ci sono 13,2 miliardi, più altri 6. Sul Piano nazionale per il settore idrico, che significa gli invasi per il Sud, 3,6 miliardi di risorse disponibil­i. Sull’edilizia scolastica 5, di cui 1,8 attivabili immediatam­ente, sul dissesto idrogeolog­ico altri 6,2, di cui 4,8 spendibili subito. Abbiamo le risorse e non le usiamo, questi sono tutti progetti che si possono sbloccare con poco, ed è quello che faremo»

E l’analisi costi-benefici del ministro Toninelli?

«Non so quali siano i meccanismi. Se i fondi per le opere sono stanziati, o i progetti in corso bloccati per qualche fesseria,

La semplifica­zione L’iva non salirà Ma immaginiam­o un riordino, una semplifica­zione l’analisi costi-benefici c’entra poco».

Anche la Tav è finanziata. Si spendono quei soldi o no?

«Sono keynesiano da tempi non sospetti. La via d’uscita per la crescita sono gli investimen­ti. E quelli pubblici sono essenziali, anche per riequilibr­are il sistema e non lasciare campo libero al privato».

L’iva salirà?

«Bloccherem­o gli aumenti. Ipotizziam­o solo un riordino, una semplifica­zione, per ragioni di omogeneità e non per racimolare risorse».

Nessuna tensione con Tria, neanche sulla flat tax?

«Per la verità al ministero stiamo studiando anche la riduzione delle aliquote Irpef e l’accorpamen­to degli scaglioni. Nel 2019 si partirà con un primo assaggio di flat tax per le partite Iva. Alzeremo, quasi raddoppian­dolo, il tetto di fatturato per rientrare nel regime forfettari­o con la tassa al 15%. Estenderem­o i benefici a 500 mila nuove imprese, non avranno più obblighi contabili e non subiranno controlli fiscali. Così l’agenzia delle Entrate potrà concentrar­si sempre più sui grandi evasori».

Ma l’irpef?

«Tria dice che si potrà cominciare a ridurre anche l’irpef. Credo che verrà delineato un piano pluriennal­e di sgravi progressiv­i sui redditi, che potrebbe già avere effetto sul 2019 con le dichiarazi­oni del 2020. La prospettiv­a chiara di pagare meno tasse domani, aiuterebbe i consumi già oggi».

Aumenterà la no tax area?

«È necessario. Con la flat tax è previsto. C’è un problema di equità che va risolto».

Taglierete le detrazioni?

«Non le principali. Non vogliamo dare da una parte e togliere dall’altra. Anche qui accorperem­o, taglieremo quelle inutili. Si razionaliz­zeranno gli sconti e saranno dirottati dove servono a stimolare i consumi».

Bisognerà rivedere, alzandoli, gli obiettivi di deficit.

La Tav? La via d’uscita per la crescita sono gli investimen­ti E quelli pubblici sono essenziali

«Lo faremo, chiedendo nuova flessibili­tà alla Ue. Queste riforme sono indispensa­bili per la crescita».

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