«Tempo fino a ottobre per la manovra»
La Commissione Ue: valuteremo dopo l’invio formale del testo. La ricerca dei fondi per la «flat tax»
ROMA Non è un lasciapassare ma si tratta di un rinvio ad ottobre quando il quadro sarà più chiaro. La Commissione Ue, fa sapere attraverso il portavoce di Junker, «valuterà i piani di bilancio 2019 di tutti i Paesi, inclusa l’italia, dopo il loro invio formale ad ottobre». In sostanza da Bruxelles prima di prendere posizione aspettano di vedere il testo della Finanziaria. Solo a quel punto faranno le valutazioni se concedere o meno quote di flessibilità.
In realtà il braccio di ferro con la Ue entrerà nel vivo a settembre. L’esecutivo gialloverde è a caccia di risorse per introdurre all’interno della legge di Bilancio i due cavalli di battaglia di leghisti e grillini: la flat tax e il reddito di cittadinanza. Due punti del «contratto di governo» che potranno essere realizzati soltanto se ci saranno le coperture finanziarie. E se «per il futuro» il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato l’intenzione di superare il pareggio di bilancio, il ministro Giovanni Tria ha fatto sapere in più occasioni che c’è la volontà da parte dell’esecutivo di rispettare i parametri europei.
Tuttavia la rassicurazione dell’inquilino di via XX Settembre non sono sufficienti. È critico il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che in un’intervista ad Affaritaliani.it avverte: «Nelle condizioni in cui siamo non è consigliabile fare altro deficit ed aumentare il debito». La flat tax e il reddito di cittadinanza mettono a rischio i conti pubblici? Boccia la mette così: «Se vogliamo fare tutto e subito è chiaro che i conti pubblici non terranno». Il presidente di viale dell’astronomia è invece convinto che la riforma fiscale, voluta fortemente dai leghisti, e il reddito di cittadinanza di stampo grillino, si possano realizzare nell’arco dei 5 anni di legislatura: «È possibile graduare le azioni partendo da una flat tax a favore dell’impresa e del lavoro per far riprendere l’economia. Una volta consolidata la crescita sarà possibile affrontare gli altri punti del contratto».
Intanto le opposizioni rumoreggiano. Dal centrodestra Mara Carfagna, vice presidente della Camera e deputato di Forza Italia, accusa Cinquestelle e Lega di tratta- re Tria come un bancomat: «Il ministro dell’economia — afferma — è vittima di quello scarso rispetto per le istituzioni che già si era visto contro la Ragioneria dello Stato, contro l’inps e contro chiunque abbia provato a fare il suo lavoro».
Mentre l’ex segretario del PD Matteo Renzi torna sul bonus degli 80 euro, introdotto dal suo esecutivo: «Prima ti criticano, poi ti insultano, poi ti odiano. Quindi quando tocca a loro ti copiano. Vedere Di Maio e Salvini difendere gli 80 euro non ha prezzo».
Renzi
L’ex premier Matteo Renzi: «Vedere di Maio e Salvini difendere gli 80 euro non ha prezzo»