Congresso prima delle Europee Renzi: vinciamo o il Pd è morto
L’annuncio di Martina sui tempi. L’ex segretario tentato dalla corsa
Europee
● Tra il 23 e il 26 maggio 2019 si svolgeranno le elezioni europee. Si voterà in 27 Paesi e, per la prima volta, non parteciperà la Gran Bretagna, uscita dall’unione europea dopo la Brexit ROMA Maurizio Martina annuncia che il congresso del Pd si terrà prima delle europee. Una non notizia, in apparenza, perché che le assise nazionali si dovessero tenere nei primi mesi dell’anno prossimo era già stato stabilito nell’ultima assemblea nazionale all’hotel Ergife di Roma. In realtà dietro quell’affermazione si cela lo scontro attualmente in atto nel Pd proprio sulla data del Congresso. Farlo presto, infatti, significherebbe impedire a Matteo Renzi di ricandidarsi alla guida. E perciò la dichiarazione del leader del Pd viene letta, all’interno del partito, come un tentativo di sbarrare il passo all’ex premier. Anche perché Martina non esclude di candidarsi, come ha ammesso: «Io candidato? Lo vedremo».
Ma perché questa esigenza di bloccare l’ex premier? Ufficialmente Renzi nega in maniera recisa di avere questa intenzione e agli amici, per schermirsi, dice: «So bene di non essere spendibile almeno fino al...2024!». Però poi aggiunge: «Se non vinciamo noi il Pd è morto».
Perché, come spiega un renziano d’alto rango, «Matteo è convinto che non esista un leader diverso da lui per il Pd». Per questo la dichiarazione di Martina lo ha messo in allarme. L’ex premier punta a quell’obiettivo ma vuole arrivarci secondo la sua tabella di marcia. E perciò i renziani stanno facendo un gran pressing per convincerlo a fare il passo finale non solo dopo le europee, ma comunque. «Se si candidasse Matteo io lo rivoterei subito», ha ammesso qualche giorno fa Maria Elena Boschi. Mentre Davide Faraone confidava: «Io spero che Renzi si candidi anche se facciamo il Congresso prima delle elezioni europee». E Luciano Nobili, che guida l’area che sostiene l’ex segretario a Roma e nel Lazio, spiega: «Secondo me è un’ipotesi da non escludere, soprattutto se, come penso, alla fine il Congresso si terrà dopo le elezioni europee». L’idea di Renzi infatti è che in quell’appuntamento elettorale il Pd andrà ancor peggio che alle politiche e allora si capirà che non era lui il problema. Si torna così al tema della data delle assise, perché l’ex segretario ha bisogno di tempo.
Anche i suoi avversari si vanno convincendo del fatto che Renzi stia pensando di ricandidarsi. Spiegano così il suo attivismo di questi giorni, la decisione di non tirarsi da parte ma continuare a essere presente nell’agone della politica italiana, con Facebook, con le Enews, su Twitter. Dice Francesco Boccia: «Non escluderei una candidatura di Renzi». E il governatore del Lazio Nicola Zingaretti avverte i suoi: «Ragazzi prepariamoci perché Matteo si sta preparando alla candidatura».
L’ex segretario continua a non pronunciarsi formalmente, anche se nella cena con i “suoi” parlamentari il 26 luglio scorso ha detto: «Se non vinciamo noi il Pd è morto». Intanto comunque prepara la Leopolda, dove lancerà la sua idea di andare oltre il Pd. Non un altro soggetto politico, piuttosto un partito più largo.
Gli scenari
Pressing dei fedelissimi sull’ex leader. E quello in carica non esclude di candidarsi: vedremo