Vaccini, obbligo «solo se c’è emergenza»
Il ddl M5s-lega sulla «flessibilità». Il medico Puoti a Taverna: mia nipote immunodepressa, che farò?
ROMA Una decisa sforbiciata all’obbligo vaccinale. La svolta rispetto alla strategia attuata dall’estate del 2017 (legge Lorenzin che introduce 10 profilassi necessarie per entrare a scuola da 0 a 16 anni) è il disegno di legge depositato in Senato il 7 agosto da Lega e Cinque Stelle. Punta su un piano di prevenzione quinquennale e vincola una quota del fondo sanitario nazionale (oggi circa 110 miliardi) al «perseguimento degli obiettivi» stabiliti dal programma. Si parla di «adesione volontaria e consapevole attraverso piani di comunicazione ispirati ai principi della trasparenza e indipendenza delle fonti informative in modo da consolidare la fiducia nel sistema sanitario pubblico». Mentre su Facebook il fronte pro vax si rafforza con appelli e storie di bambini fragili, con problemi immunitari.
Scrive Claudio Puoti, ex primario di medicina interna, alla senatrice 5S Paola Taverna e al consigliere del Lazio Davide Barillari, autore di una proposta di legge locale (quarantena per i vaccinati): «Mia nipote ha 6 anni, un cancro ovarico, è sotto chemio. Cosa devo fare?». Taverna risponde a stretto giro: «Il Movimento ha preso le distanze da Barillari. Io sono una madre e le assicuro che il nostro unico intento è tutelare tutti i bambini italiani».
La novità sono gli interventi in caso di emergenze. Quando le coperture vaccinali calano e l’immunità della popolazione si incrina fino a poter compromettere la sicurezza dei bambini non protetti dalle dosi per controindicazioni cliniche (ad esempio i trapiantati), può essere utilizzato lo strumento «dell’obbligo di una o più vaccinazioni per determinate età o per gli operatori sanitari». Per le famiglie che non rispettano il piano, sanzioni di 100-500 euro.
È il cosiddetto «obbligo flessibile» più volte evocato dal ministro della Salute Giulia Grillo. Si potrà intervenire a livello locale in base ai dati epidemiologici e per singole malattie infettive. Il senatore leghista Massimiliano Romeo è uno dei firmatari del progetto: «Non togliamo i vaccini obbligatori, sarà il piano nazionale a stabilire quanti e quali lo saranno». La legge Lorenzin stabiliva che l’eventuale riprogrammazione dell’obbligo dovesse avvenire ogni tre anni.
Se il testo appena depositato arriverà al traguardo, sarà il definitivo addio all’obbligo «inflessibile». Alla riapertura delle scuole avrà valore la circolare che riconosce valida l’autocertificazione per l’ingresso in aula anche dei bambini di asilo e nido. Presidi e pediatri insistono per mantenere come unico attestato il certificato della Asl.