Parole oscure per salvare capra e cavoli
Mi spezzo, ma non mi piego. Il tono a cui ci aveva abituato questo governo era quello solenne e sommario di chi non accetta compromessi. Inflessibile. Su tutto, tranne che sugli obblighi. «Sebbene mi prendano in giro su questo punto, l’idea di un obbligo flessibile a seconda dei territori è l’idea più sensata», ha detto la ministra Grillo a proposito dei vaccini. Obbligo flessibile. Una rapida ricerca in rete ci dice che la formula non è una novità assoluta e le poche tracce rimandano proprio ad accese discussioni di ambito giuridico. Perché l’aggettivo sembra contraddire il sostantivo, come nella figura retorica chiamata ossimoro. Quella della «lucida follia» a cui risale l’etimo greco del nome, che mette insieme oxys «acuto» e moros «pazzo». Quella del silenzio eloquente o del ghiaccio bollente. Figura di lunga tradizione poetica, ma anche politica. Perché permette di tenere insieme concetti altrimenti inconciliabili. Di salvare, proverbialmente, le capre e i cavoli. Anche a costo di una oscurità che può sconfinare nel nonsense. Mi spezzo, ma non spiego. Quando si parla del politichese della prima Repubblica, l’esempio a cui si ricorre più spesso è proprio un ossimoro: le convergenze parallele. L’espressione è tradizionalmente attribuita ad Aldo Moro. In realtà, nel suo discorso al congresso Dc del 1959, Moro aveva invitato a «progettare convergenze di lungo periodo con le sinistre, pur rifiutando il totalitarismo comunista» e qualche tempo dopo aveva parlato di «convergenze democratiche». Il 24 luglio 1960, in un articolo di Eugenio Scalfari, comparvero le «“convergenze parallele”. Con questa trovata linguistica, che a molti è sembrata una cineseria, Moro è riuscito a realizzare un miracolo». Cineserie d’altri tempi, quando il celodurismo era di là da venire e nessuno poteva immaginare che il vaffa sarebbe diventato lo slogan di un partito di maggioranza. Forse oggi all’«obbligo flessibile» riuscirà il miracolo di tenere insieme il governo, ma il costo potrebbe essere la salute dei nostri figli.