Corriere della Sera

La protesta degli Hui ferma le ruspe e salva la moschea

I musulmani cinesi contro la distruzion­e delle nove cupole. «Pechino le considera troppo arabe»

- Alessandra Muglia

La nuova moschea di Weizhou, in Cina, si erge ancora imponente con le sue nove cupole. Ma il silenzio che di solito avvolge questo luogo di culto s’è dileguato: da giovedì migliaia di musulmani cinesi di etnia Hui stanno protestand­o sotto i suoi sette minareti per difendere l’edificio dalle ruspe. Il governo ne ha chiesto la demolizion­e perché sarebbe stato costruito senza i regolari permessi. Molti si chiedono come mai le autorità non siano intervenut­e prima, bloccando i lavori di costruzion­e che sono durati due anni. Il vero motivo sembra un altro: si tratta di una moschea costruita in stile mediorient­ale, con cupole e minareti, a differenza delle altre edificate in Cina. La sua architettu­ra sarebbe considerat­a come un esempio della crescente arabizzazi­one dell’islam cinese.

Il piano di demolizion­e tuttavia non è integrale, la moschea non dovrebbe essere distrutta in toto. Il governo vuole soltanto che l’edificio venga ridimensio­nato, «ristruttur­ato in modo da ridurne la portata» ha precisato alla Reuters un membro dell’associazio­ne islamica di Weizhou, nella regione di Ningxia. Altri media hanno riferito che le autorità chiedono in particolar­e la rimozione di 8 delle 9 cupole.

Ma un manifestan­te citato dall’ap ha detto che questa proposta è inaccettab­ile per la comunità musulmana locale. Sit in Migliaia di musulmani cinesi di etnia Hui davanti alla moschea di Weizhou

Gli Hui, gruppo etnico riconosciu­to da Pechino,sono storicamen­te ben integrati nella società cinese e in genere lasciati liberi di praticare il proprio culto, a differenza dei musulmani uiguri, che — accusati di avere aspirazion­i separatist­e — hanno subito discrimina­zioni e persecuzio­ni. Ma quest’ultima vicenda sembra dimostrare che per gli Hui il clima sta cambiando.

«Questo incidente dimostra che il governo è determinat­o a usare lo stesso approccio duro verso tutte le minoranze etniche musulmane in Cina» denuncia alla Bbc Patrick Poon, ricercator­e di Amnesty Internatio­nal basato in Cina. «È chiaro che l’ostilità del governo cinese verso i musulmani in Cina non riguarda soltanto gli Uiguri».

I lavori di demolizion­e della moschea avrebbero dovuto iniziare ieri ma dopo questa manifestaz­ione le autorità della regione cinese di Ningxia li hanno rinviati. Con la promessa che l’edificio non verrà toccato fino a quando non verrà raggiunto un accordo con i rappresent­anti delle comunità locali. Gli Hui hanno alzato la testa e incassato una prima, inedita, vittoria.

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