Corriere della Sera

I 23 colleghi inseparabi­li «Al mare tutti insieme, e lo rifaremo ancora»

Varese, il viaggio a Tenerife regalato dall’azienda

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Le domande sono cominciate al gate dell’aeroporto di Malpensa: «Siete tantissimi: fate parte di un’associazio­ne sportiva?». Non succede spesso di vedere un gruppo di 39 persone muoversi insieme senza la classica guida munita di bandierina in testa. Lo stupore poi aumenta quando si scopre che sono tutti colleghi. E che il viaggio, sei giorni in un resort all inclusive a Tenerife, lo paga l’azienda. Non solo ai dipendenti, ma anche ai loro familiari.

«È stata un’idea di mio marito per festeggiar­e, un po’ in ritardo, i trent’anni dell’azienda fondata da suo papà nell’87: per realizzarl­a abbiamo usato i fondi del welfare aziendale», racconta Erika Mascheroni, 45 anni, che insieme al consorte Andrea Meloni, 47 anni, dirige la società specializz­ata in packaging per le aziende farmaceuti­che Nuova Tecnostamp­a di Gerenzano, in provincia di Varese. Una scelta che stupisce, ma che loro hanno trovato naturale: «Se siamo arrivati fin qui il merito è dei dipendenti — sottolinea Erika —. Siamo un’azienda piccola, non ce la faremmo senza i loro sforzi».

Ai dipendenti, 23 in tutto, l’hanno proposto in pausa pranzo: «Nessuno ci ha detto che doveva pensarci: hanno aderito con entusiasmo, anche perché abbiamo subito specificat­o che erano invitate anche le loro famiglie», ricorda la titolare. Anche lei e il marito sono partiti accompagna­ti dalle tre figlie di 8, 10 e 16 anni e da un amico della maggiore. Per alcuni, figli dei dipendenti compresi (la più piccola aveva otto mesi), era il primo viaggio in aereo. Mentre per altri la novità erano le vacanze all’estero, che non fanno così di frequente.

Così Erika e Andrea hanno scelto un programma semplice: una settimana di relax, ognuno libero di fare ciò che voleva «perché fra noi ci sono persone di età molto diverse: Insieme La comitiva, familiari compresi, era di 39 persone. Il dono per i trent’anni dell’azienda: «Se ci siamo arrivati il merito è dei lavoratori»

il più anziano ha 55 anni, i più giovani venti. Alcuni sono venuti da soli, altri con mogli e figli. Una sola cosa ci tenevamo a farla tutti insieme: andare a trovare Antonia, una nostra ex collaborat­rice che si è trasferita lì».

Eppure, senza averlo previsto e quasi senza dirselo, hanno finito per passare la maggior parte del tempo insieme: un po’ come se fossero in gita scolastica, ma senza i professori. «A colazione io e mio marito proponevam­o delle gite alle spiagge vicine chiedendo

chi volesse unirsi e quasi tutti erano entusiasti di venire con noi. Con gli altri ci si ritrovava nella piscina del resort per l’aperitivo — spiega la donna —. Dopo cena, quattro chiacchier­e e poi ci si divideva: chi usciva a fare un giro nei locali e chi preferiva ritirarsi in camera». Per muoversi hanno preso taxi e bus, a volte due diversi perché in uno solo non ci stavano tutti.

Come in gita, niente discussion­i né malumori, «di lavoro non si è mai parlato, del resto anche in azienda andiamo d’accordo, siamo un gruppo molto affiatato». E, proprio come ai tempi della scuola, si sono creati legami nuovi: dopo il ritorno in Italia si sono rivisti spesso anche dopo l’orario di lavoro, per cene e feste di paese. I dipendenti hanno già chiesto di rifarlo, fondi aziendali permettend­o: «Tre nostri dipendenti vengono dall’egitto e ci parlano spesso del loro Paese: potremmo andare lì. E la volta successiva in Marocco, da dove arrivano altri due impiegati: così facciamo contenti tutti e ne approfitti­amo per conoscere posti nuovi». @gretascl

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