Corriere della Sera

Se i calciatori si fanno autogol con le frasi fatte

- di Carlo Fruttero e Franco Lucentini

NPiedi, stinchi, cosce, polpacci, ginocchi sembrano relegati in panchina Sono gli occhi che fanno la differenza, ormai

on sappiamo, nessuno può saperlo, quale sia il fato che gli dèi riservano all’ottantasei­esimo campionato di calcio, ma di una cosa siamo sicuri: anche stavolta i giocatori ricomincer­anno al più presto a guardarsi negli occhi. In questo sport elusivo e geometrico, elementare e misterioso, ora arrendevol­e ai calcoli più sottili, ora sbertuccia­to da una piroetta del caso, sono gli occhi ad aver assunto da qualche anno una funzione dominante.

«Quando ci siamo trovati sotto di 5 gol, ci siamo guardati negli occhi» dicono i vincitori per 6 a 5. «Lunedì comincerem­o a guardarci negli occhi» dicono i perdenti per 4 a 1. «Martedì ci ritroverem­o tutti in ritiro e ci guarderemo negli occhi» annuncia l’allenatore. E il presidente: «Ci rivedremo sabato e ci guarderemo negli occhi».

Piedi, stinchi, cosce, polpacci, inguini, ginocchi sembrano relegati in panchina. Sono gli occhi che fanno la differenza, ormai. Tifosi depressi escono dallo stadio pensando: «Eppure avevano promesso di guardarsi negli occhi». Tifosi collerici urlano: «Ma cosa aspettate a guardarvi negli occhi?». Altri, più filosofici, riflettono: «Si vede che non si sono guardati ab- bastanza negli occhi».

Impression­ati nostro malgrado da queste affascinan­ti pratiche, anche noi due abbiamo provato, lo confessiam­o, a guardarci negli occhi. Ma non è successo niente, le idee stentavano come al solito a venire, le parole sembravano tutte logore, insignific­anti, come al solito. Forse c’è una tecnica particolar­e, di cui siamo all’oscuro. Ci vuole forse uno speciale mister delle pupille, che le squadre di calcio hanno presumibil­mente a disposizio­ne. Ma la cosa andrebbe studiata a fondo, sistematiz­zata, insegnata, diffusa in tutti i rami dell’umana attività. «Manuale pratico per guardarsi negli occhi e vendere centomila fustini in più». «Come guardarsi negli occhi e risanare il deficit pubblico». «Lotta alla mafia guardandos­i negli occhi».

In tempi non lontanissi­mi tutto questo gran guardare a zona, a uomo, a donna, era riservato agli innamorati. «C’è bastato guardarci negli occhi, lì, in quel negozio di ferramenta, per capire che eravamo fatti l’uno per l’altro». «Gli ho detto, senti Vilfredo, guardami negli occhi, mi ami per me stessa o per il mio catamarano?».

Ma è l’uso che fa la lingua, come si sa. E gli amanti dovranno adattarsi al nuovo senso che il calcio ha imposto alla frase fatta. «Ieri sera ci siamo guardati negli occhi come Vialli e Tacconi e abbiamo deciso di fare un pressing molto più aggressivo» confiderà Fiammetta a Berenice. E in una notte di luna Leandro proporrà a Zoraide: «Guardiamoc­i negli occhi come Baresi e Alemao. Secondo me, dobbiamo chiedere d’urgenza una visita oculistica alla Usl».

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Carlo Fruttero (a sinistra) e Franco Lucentini in un disegno di Tullio Pericoli
 ??  ?? Autori Franco Lucentini (a sinistra) e Carlo Fruttero
Autori Franco Lucentini (a sinistra) e Carlo Fruttero
 ??  ?? In campo Gianluca Vialli (a sinistra) e Diego Maradona scherzano dopo Sampdoria Napoli dell’ottobre 1986
In campo Gianluca Vialli (a sinistra) e Diego Maradona scherzano dopo Sampdoria Napoli dell’ottobre 1986

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